Diaconi permanenti. Dalle sacrestie alle periferie della società
Si è aperto oggi pomeriggio a Campobasso il “XXV Convegno Nazionale dei diaconi permanenti” in collaborazione con l’arcidiocesi di Campobasso-Bojano.
I partecipanti al convegno, che terminerà l’8 agosto, si confronteranno sul tema: “La famiglia del diacono ‘scuola di umanità’”. “Il tema – ha spiegato al Sir Enzo Petrolino, presidente della Comunità del diaconato in Italia - tiene conto sia del prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia sia del Convegno ecclesiale di Firenze. Vogliamo così sottolineare l’impegno delle famiglie diaconali nella pastorale per le famiglie ferite, che sta tanto a cuore al Papa”. “Vogliamo mostrare – continua Petrolino - un diaconato in uscita, non chiuso nelle sagrestie, ma che va fuori nelle periferie geografiche ed esistenziali. Un diaconato, dunque, in frontiera”.
Saranno presenti 270 partecipanti in rappresentanza dei 4220 diaconi italiani oltre i 1500 candidati.
Monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, spiega a Radio vaticana “quanto sia prezioso un diacono accanto a presbiteri che hanno difficoltà relazionali, caratteriali, problemi di natura socio-affettiva. Affiancare un diacono con una stabilità affettiva che gli proviene dalla famiglia si è rivelato estremamente prezioso in talune circostanze". Alcuni, anche oggi, non conoscono a sufficienza questo ministero, “e –continua Bregantini - pensano che i diaconi siano dei 'mezzi preti', questo perchè i sacerdoti spesso non hanno saputo spiegare adeguatamente il valore specifico del diacono e i suoi doni”
Al convegno parteciperanno tra gli altri il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, monsignor Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, monsignor Angelo Spina, vescovo di Sulmona e padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia.
E’ previsto anche un incontro con le spose dei diaconi di cui Petrolino sottolinea l’importanza: "Non si diventa diaconi senza il consenso delle spose. E laddove ci sono è necessario anche il coinvolgimento dei figli, perché cambia lo stato del papà, che diventa chierico, non è più laico. I delegati vescovili che scelgono i futuri diaconi - sottolinea - hanno grande responsabilità nel percorso di discerimento del diacono".