Chiesa digitale. L'uomo che sul web cataloga i vescovi del mondo
David Cheney ha 51 anni e abita a Overland Park, la seconda città del Kansas. Di professione è un tecnico informatico della Internal Revenue Service, agenzia fiscale del governo degli Stati Uniti. Cresciuto in una famiglia profondamente cattolica, vive da solo, con orari da monaco: luce spenta alle 21, sveglia alle 4.
E da 20 anni, ogni mattina prima di andare a lavorare, con la solenne costanza di un amanuense, ritocca il suo opus magnum, il sito Catholic Hierarchy.
Grafica spartana, nessuna foto, si tratta del database più completo della gerarchia cattolica disponibile online e aggiornato in tempo reale. Di ognuno dei 5.427 vescovi nel mondo (ma contando anche i vescovi defunti quelli catalogati arrivano a oltre 30mila) indica la data di nascita, di ordinazione sacerdotale ed episcopale, compresi i nomi dei vescovi che li hanno consacrati, le diocesi di riferimento, la durata in giorni del ministero sacerdotale ed episcopale, ecc.
Idem per i membri del collegio cardinalizio e per i Papi. Così come sono elencate tutte le diocesi e le prelature, con il relativo numero di cattolici, l’organigramma del corpo diplomatico della Santa Sede, la struttura della Curia romana e molto altro. Una miniera di dati, insomma, trattati con eccezionale accuratezza.
Difficile che chi si occupi “professionalmente” di vescovi e cardinali non vi si sia imbattuto almeno una volta. Per molti del settore, anzi, è un punto di riferimento. Ed è un esempio dei tanti spazi di “sussidiarietà” che internet ha aperto nella Chiesa. Dove non arriva nemmeno il Vaticano con il suo sito, per dire, arriva dal suo studiolo un quidam del Midwest munito solo di tanta pazienza e di amore per la Chiesa.
«Innanzitutto non sono il fratello di Dick Cheney» dice David al telefono, sfatando una leggenda metropolitana che lo riguarda, quella di essere appunto il fratello dell’ex vicepresidente degli Usa. «Il progetto è iniziato in modo semplice e minimale, prima seguendo i vescovi del Texas, poi passando a quelli degli Stati Uniti, infine nel 2002 il grande salto, con la volontà di coprire l’intero episcopato mondiale».
Di riconoscimenti per il lavoro sbalorditivo fatto negli anni Cheney non ne ha avuti molti. Giusto il plauso dell’arcivescovo di Kansas City, Joseph Naumann. A gratificarlo sono stati alcuni piccoli traguardi, come aver superato nel 2012 la soglia di 20 milioni di visite sul sito e oltre 100 milioni di pagine viste, con visitatori da tutto il mondo.
Da esperto informatico qual è Cheney è riuscito ad automatizzare l’aggiornamento di numerosi dati, ma le novità quotidiane per quanto riguarda nomine, dimissioni o decessi dei vescovi le inserisce online personalmente. In questo è favorito dal fuso orario: il suo lavoro all’alba coincide infatti con l’uscita del bollettino quotidiano della sala stampa della Santa Sede.
Gli chiediamo se è stanco dell’impresa, ma risponde di no: «Ogni mattina c’è il gusto di una novità, che mi proietta nei diversi angoli del globo». Fa tutto da solo o quasi, dice, ma non è un’opera in solitudine. «Ho amici che mi hanno aiutato negli anni con la raccolta dei dati. Uno soprattutto a cui sono grato è Charles Bransom, a cui devo le informazioni sulla successione apostolica presenti sul sito».
Bransom, 70 anni, nativo di New York e residente in Florida, è un altro personaggio che nel nascondimento ha fatto negli anni, anzi nei decenni, un lavoro di grande rilevanza storiografica. Con “successione apostolica” si intende il fatto che il sacramento dell’Ordine che un vescovo ha ricevuto è valido in quanto “discende” da quello degli apostoli. Ogni vescovo è stato infatti consacrato da un altro vescovo, a sua volta consacrato da un altro vescovo ancora: risalendo a ritroso questa catena si arriva ai dodici discepoli di Gesù. Documentare storicamente il “lignaggio” apostolico dei vari vescovi è diventato il pallino di Bransom sin dall’età di 17 anni.
A lui e ad altri colleghi con la stessa passione, soprattutto in Francia, si deve la chiarificazione delle varie linee della successione apostolica grosso modo fino al XV secolo. Materiale prezioso che Cheney ha messo a disposizione su Catholic Hierarchy e da cui emergono diverse curiosità e sorprese. Una balza subito all’occhio: per quasi tutti i vescovi, il più antico “avo” documentato è infatti lo stesso, il cardinale Scipione Rebiba (1504-1577). Per una serie di contingenze storiche, cioè, oltre il 90 per cento dei vescovi nel mondo, la quasi totalità della gerarchia visibile della Chiesa, discende da lui. Un anello poco conosciuto ma fondamentale nella catena che ha trasmesso il la potestà sacra dell'sacramento dell’Ordine.