Chiesa

Patrono d'Italia. Dalla Valle d'Aosta l'olio per la Lampada di san Francesco

Fabrizio Favre martedì 3 ottobre 2023

La Lampada che arde quotidianamente presso la tomba di san Francesco d'Assisi


«Abbiamo accolto con gioia il grande onore di offrire per la terza volta, dopo il 1975 e il 2002, l’olio per la lampada che arde sulla tomba di San Francesco, patrono d’Italia. La misura di quanto l’evento tocchi la Valle d’Aosta è data dagli oltre duecento pellegrini, ai quali si sono aggiunti le autorità regionali e comunali». Una intera regione, come sottolineato dal vescovo di Aosta e presidente della Conferenza episcopale piemontese Franco Lovignana, ha invaso questo pomeriggio, 3 ottobre, Assisi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della Regione Renzo Testolin: «È con emozione che partecipiamo alle celebrazioni francescane lieti di rendere omaggio a san Francesco e alla città di Assisi a testimonianza del profondo sentimento di religiosità che da sempre permea la Valle d’Aosta e i valdostani. Assieme all’olio e alle centinaia di pellegrini, la Valle d’Aosta vuole portare ad Assisi un messaggio di condivisione e di pace rivolto a tutto il Paese e all’Europa intera».
Tutto è iniziato, alle 17,30, con l’accoglienza nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola delle autorità civili e delle delegazioni da parte di fra’ Massimo Travascio, Custode del Protoconvento Porziuncola. Presenti per la Valle d’Aosta il vicepresidente della giunta regionale Luigi Bertschy, quello del Consiglio Alberto Bertin, il primo cittadino di Aosta Gianni Nuti e tutti i sindaci dei 74 comuni valdostani guidati dal presidente del Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta (Celva) Alex Micheletto. «La partecipazione di tutti i Comuni valdostani - spiega Micheletto - è motivo di orgoglio. I sindaci con la loro presenza testimoniano, a nome di tutta la popolazione valdostana, l’importanza di un evento che racchiude in sé molteplici significati non solo religiosi, ma anche sociali, storici e culturali e che coinvolge idealmente tutto il Paese». Alle 18, nella Basilica si è svolta la solenne celebrazione dei Primi Vespri “nel Transito di San Francesco”, presieduta dal vescovo Lovignana (presente anche il vescovo emerito di Aosta Giuseppe Anfossi). Ad accogliere i pellegrini anche l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e vescovo di Foligno, e i ministri generali e provinciali della famiglia francescana. Un primo evento delle celebrazioni era già stato ospitato al mattino nel refettorietto del Convento della Porziuncola, con la presentazione del riconoscimento “Rosa d’argento – Frate Jacopa 2023”, dedicato alle donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità. Il premio, su indicazione della diocesi di Aosta, è stato assegnato a Vanna Balducci¸ da alcuni mesi responsabile dell’Ufficio cultura e comunicazioni sociali della diocesi, che quotidianamente si spende in un’opera apostolica di accoglienza e formazione di giovani ragazze all’interno del Collegio San Giuseppe.
Domani mattina, 4 ottobre memoria liturgica di san Francesco d’Assisi, alle 10, nella Basilica di San Francesco, si svolgerà la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta sempre dal vescovo Lovignana, nel corso della quale è prevista l’accensione, da parte del sindaco di Aosta, della lampada votiva dei Comuni d’Italia con l’olio offerto dal Comune capoluogo, nonché l’offerta di doni da parte delle autorità della Valle d’Aosta. Al termine della celebrazione, dalla Loggia del Sacro Convento ci sarà il saluto del ministro generale dell’Ordine dei frati minori conventuali fra Carlos A. Trovarelli, del presidente della Regione e, come rappresentante del governo italiano, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
«San Francesco – commenta Lovignana - ci fa capire che la pace ha a che fare con il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato, a partire dalle persone umane, che siamo chiamati a custodire e proteggere. Oggi forse ci inviterebbe a pensare al bambino che deve nascere, all’anziano e al malato che hanno bisogno di cura e di accompagnamento, al lavoratore che chiede dignità e sicurezza, al migrante che ha bisogno di accoglienza, alle famiglie che chiedono riconoscimento sociale e sostegno». Per il vescovo «non c’è custodia del Creato, non c’è conversione ecologica se non vi si include anche l’essere umano e il rispetto della sua dignità e delle sue coordinate creaturali, la sua natura, iscritta nel suo corpo e nel suo spirito».