Il Rosario del 27 maggio. Dall'Ucraina la preghiera per la fine della pandemia
Nel suo affascinante viaggio tra alcuni dei santuari più famosi del mondo, la maratona di preghiera promossa dal Papa per invocare la fine della pandemia, oggi si ferma in Ucraina, presso la Basilica della Madre di Dio o “Zarvanytsia” dal nome del villaggio in cui fu trovata l’icona miracolosa cui è legato il culto locale. L’inizio della sua storia risale secondo la tradizione al XIII secolo, intorno al 1240 quando un monaco in fuga dalla capitale Kiev assediata dai mongoli, si fermò a bere dell’acqua fresca a una sorgente per poi addormentarsi. In sogno le apparve la Madre di Dio che gli chiese di collocare lì un’icona che trovò al risveglio. A fondare il santuario e il monastero collegato fu il duca di Terebovlja, Vasylko, guarito da una grave malattia dopo aver pregato davanti alla sacra immagine. La storia del santuario è costellata di saccheggi e distruzioni ma l’icona, incoronata nel 1867 da papa Pio IX, fu sempre tratta in salvo. Con l’avvento del regime comunista e la soppressione della Chiesa cattolica di rito bizantino l’effigie mariana rimase gelosamente nascosta, finché il santuario nel 1991 non venne restituito e rinnovato. Soggetta a distruzione, con la parrocchia ridotta a magazzino, alla riconquista dell’indipendenza da parte dell’Ucraina la chiesa fu riparata insieme al monastero dei Fratelli Studiti e la loro cappella dedicata alla Natività della Madre di Dio. Durante i secoli il santuario non ha mai smesso di essere meta di imponenti pellegrinaggi, neanche nei periodi di guerra.
L'icona della Madre di Dio - Foto di archivio.
Come sempre anche la preghiera odierna, guidata dall’Ucraina, verrà trasmessa alle 18 sui canali ufficiali della Santa Sede. Un’intenzione speciale sarà per i disoccupati.