Da Calalzo, nel Bellunese, fino a Mantova. La cui basilica concattedrale custodisce i «sacri vasi» secondo la tradizione lì sotterrati dal centurione Longino. Trecentottanta chilometri in bicicletta, per venerare le reliquie del sangue di Cristo. Ecco la «Ciclovia di Sant’Andrea»: l’hanno inaugurata venerdì 7 agosto una decina di ciclisti, giunti nella città virgiliana dopo una settimana in sella alla due ruote. «Per la verità – spiega Mario Marchi, il presidente dell’associazione che ha promosso l’iniziativa – non ci siamo inventati nulla: semplicemente abbiamo calcato i passi dei pellegrini medievali che dalla Carnia, dal Cadore e dal Tirolo scendevano al Garda e di lì lungo il Mincio fino a Mantova, per venerare le sue reliquie. Oggi questo percorso è un intreccio di otto ciclabili, un itinerario tra fede, natura e cultura che attraversa Veneto, Alto Adige, Trentino e Lombardia. I bellunesi lo avevano presentato in una guida già dallo scorso gennaio, e in questi giorni hanno dato prova che il frutto del loro lavoro era ben più che un pio proposito. Ieri hanno visitato la cripta della basilica di Sant’Andrea, prostrandosi davanti ai «sacri vasi», e sono stati ricevuti in Comune. Ad accoglierli anche Giorgio Saggiani, priore della «Confraternita del Preziosissimo »: un’associazione di laici dedita alla divulgazione della storia e della spiritualità racchiusa nelle reliquie mantovane. «Questi amici ci provocano all’uso di mezzi di locomozione che rispettano la natura e offrono, come nel passato, tempi adatti alla riflessione e al dialogo», ha notato il vescovo di Mantova, Roberto Busti. Il presule ha ricordato anche che la nuova illuminazione della basilica, interamente restaurata, «ci permette di scorgere meglio quei cicli pittorici capaci di condurci alla grandezza del mistero del Sangue di Cristo, testimone dell’amore e dell’infinita misericordia divina per l’uomo di ogni tempo». Quello stesso mistero che la «nuova» antica via mostra ai pellegrini del nostro tempo.