Storie di conversione. La prima Pasqua di Delphine, da teologa protestante a cattolica
La chiesa della parrocchia dello Spirito Santo a Basilea
Delphine Conzelmann ha vissuto la liturgia del Venerdì Santo nella splendida abbazia svizzera di Mariastein, nel Canton Soletta, la Pasqua invece l’ha voluta trascorrere nella sua nuova comunità, la parrocchia di Santo Spirito a Basilea. È la prima Pasqua da cattolica per la 29enne assistente di storia della Chiesa e della teologia nella facoltà teologica dell’Università di Basilea, dove hanno insegnato alcuni dei massimi protagonisti della teologia protestante del ‘900, da Karl Barth a Oscar Cullmann. Anche lei ha iniziato il suo percorso accademico da protestante, ma lo scorso ottobre Delphine ha voluto entrare nella Chiesa cattolica. Un passo di cui ha parlato nei giorni scorsi sul portale della Conferenza episcopale svizzera, spiegando di essere cresciuta senza fede, di essersi battezzata solo all’età di 19 anni, nella Chiesa evangelica, e di aver voluto abbracciare il cattolicesimo dopo aver compreso il vero significato dell’Eucaristia attraverso i suoi studi di teologia medievale.
Professoressa, cosa è avvenuto di preciso, ci sono stati autori o testi che l’hanno particolarmente colpita?
Non c’è stato un momento in cui tutto è cambiato improvvisamente. Piuttosto, ho passato molto tempo a confrontarmi con la questione di come e dove Cristo può essere sperimentato da noi uomini e donne. La spiritualità medievale offre un grande tesoro di immagini ed esperienze. Sono rimasta particolarmente colpita dai testi monastici che parlano intensamente del rapporto con Dio, come quelli del benedettino Ruperto di Deutz o delle monache di Helfta. Anche il mistico tedesco Johannes Tauler parla in modo particolarmente vivace dell’Eucaristia. Per lui è il luogo in cui noi portiamo Dio a noi e Dio ci porta a sé. Questo linguaggio sensuale, emotivo e anche evocativo mi ha spinto a impegnarmi spiritualmente nell’esperienza eucaristica.
Delphine Conzelmann - .
Lei dice di aver impiegato cinque anni prima di prendere la decisione di diventare cattolica: quali sono state le maggiori difficoltà che ha dovuto superare?
Ho studiato la teologia della Riforma, lavoro in un contesto prevalentemente riformato e molti dei miei amici sono pastori riformati. Sebbene il mio ambiente sia molto aperto, per molte persone convertirsi alla Chiesa cattolica è inimmaginabile. Da un lato, ho dovuto chiedermi se potevo e volevo davvero rinunciare a lavorare come pastora e come mi sarei relazionata con la struttura della Chiesa cattolica, che è molto diversa da quella della Chiesa riformata. Ho dovuto anche lottare con le differenze teologiche. Ho dovuto riscoprire molti temi classici della teologia riformata – l’attenzione alla grazia divina, a Cristo stesso e alla propria fede responsabile – nella tradizione cattolica prima di sentirmi a mio agio con la mia decisione.
Cosa l’ha spinta a battezzarsi quando aveva 19 anni?
All’epoca avevo già iniziato a studiare teologia, ma ciò che mi ha spinto a battezzarmi è stata una toccante esperienza personale di Cristo. Solo quando Cristo si è mostrato a me come consolatore e compagno nella vita di tutti i giorni ho capito quanto sia centrale il fatto che Dio non solo è il creatore del mondo, ma si è anche fatto uomo per noi. Ho capito allora che volevo fare di questa consapevolezza il fondamento della mia futura vita di fede e ho deciso di battezzarmi.
Cosa le ha fatto venir voglia di dedicarsi proprio alla teologia e non ad altre materie umanistiche?
Avevo già studiato greco e latino al ginnasio e volevo continuare a studiare queste lingue. Mi affascinavano anche la storia e le questioni etiche e sociali. Mi sono imbattuta per caso nella teologia durante una giornata di presentazione universitaria e ho capito che rispondeva a tutti i miei interessi. A mio parere la teologia è la materia di più ampio respiro che si possa studiare nelle università oggi.
Come è cambiato il suo rapporto con la preghiera diventando cattolica?
La mia preghiera cambia continuamente. Anche nel tempo che ho vissuto nella tradizione riformata ho scoperto sempre nuove pratiche di preghiera e spero che continui ad essere così anche in futuro. Naturalmente ci sono aspetti che brillano particolarmente nel cattolicesimo. Apprezzo molto per la preghiera del Rosario e provo una grande gratitudine per l’intercessione della comunione dei santi. Tuttavia, molte delle mie abitudini di preghiera sono ancora caratterizzate dalla mia formazione riformata. Ho quindi acquisito cose nuove senza dover rinunciare a quelle vecchie e familiari. È così che mi sento riguardo alla mia esperienza di conversione in generale. Il mio tesoro di fede è semplicemente cresciuto.