Chiesa

La storia. Da Napoli a Ravenna, 50 studenti sulla via della bellezza che porta a Dio

Davide Imeneo sabato 11 maggio 2024

Gli studenti al Mausoleo di Galla Placidia

Le tessere dei mosaici di Ravenna tracciano un percorso teologico che permette di compiere un viaggio interiore alla riscoperta della propria vocazione cristiana, ricevuta nel Sacramento del Battesimo. Questo itinerario è stato percorso dagli studenti della Scuola di alta formazione di arte e teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale di Napoli, sezione San Luigi.

Nei giorni scorsi, infatti, l’istituzione accademica diretta dal gesuita Jean-Paul Hernández, fondatore di “Pietre vive”, ha proposto un viaggio di istruzione di tre giorni nella città romagnola. « È un esercizio tipico della Scuola – spiega il religioso ad Avvenire – cercare di approfondire il contesto liturgico, teologico, dove il senso dell’arte cristiana emerge con ancora più splendore». Spesso, nello studio della storia dell’arte, spiega Hernández, «il contesto liturgico, spirituale e teologico viene dimenticato, ma in realtà è essenziale per cogliere in profondità il senso dell’arte cristiana, perché essa nasce come aiuto all’esperienza dell’incontro con Dio: qui a Ravenna, evidentemente, lo respiriamo a pieni polmoni».

Il viaggio ravennate è stato contraddistinto da una ricca esperienza multidisciplinare, favorita anche dagli altri docenti accompagnatori: Giuliana Albano, condirettrice della Scuola, Nicola Salato, Giovanni Liccardo, Angelomaria Alessio, Caterina Bruno, Beatrice Minotta ed Emanuele Gambuti. I cinquanta partecipanti hanno potuto approfondire i risvolti teologici e liturgici di tutti i beni culturali incontrati lungo il percorso, partecipando a delle vere e proprie “lectio” eseguite a partire dalle opere d’arte. « Il valore aggiunto di viaggi di istruzione come questo – sottolinea la professoressa Minotta – è proprio la testimonianza diretta dell’osservatore con un’opera d’arte che è stata creata proprio per lui, anche se a distanza di tanti anni». Questa sintesi tra arte e teologia trova compimento accademico solo a Napoli: « La scuola di arte e teologia – afferma la condirettrice Albano – è un unicum nel panorama italiano. Ci sono altre istituzioni che si occupano o di arte o di teologia. Per noi, invece, è fondamentale il rapporto stretto che c’è tra le due materie: il nostro obiettivo è conoscere la teologia che è dietro ogni opera d’arte».

Lo “studio esperienziale” dei corsisti è stato ulteriormente impreziosito dai momenti di risonanza, chi lo ha desiderato ha consegnato agli altri il frutto del proprio cammino interiore percorso tra i mosaici ravennati. È lo stile di “Pietre vive”, ricorda la professoressa Bruno: « Attraverso queste esperienze percorriamo un triplice passaggio: prima il vedere, poi l’ascoltare, per poi incontrare qualcuno». Secondo la docente «la proposta della scuola di arte e teologia è urgente in un tempo come questo, in cui abbiamo dimenticato che le nostre chiese sono luoghi di gratuità, in cui si può ancora fare esperienza profonda di guarigione attraverso l’arte, grazie a queste opere che ci fanno stare alla presenza di Dio». Ogni osservatore, davanti alla Bellezza, si riscopre ricco di domande di senso: «tutti ci portiamo questa sete dentro – conclude la Bruno –, è una sete di incontro con il Signore. Grazie all’arte scopriamo che in realtà è molto più vicino di quanto pensiamo».