Chiesa in uscita. Da Milano al mondo: Maria Bambina, culto senza frontiere
Il Santuario di Maria Bambina, a Milano
Dal cuore di Milano al mondo. È un “popolo” senza frontiere, quello dei devoti a Maria Bambina. Lo testimoniano i fedeli che si recano in preghiera al Santuario di via Santa Sofia 13, dov’è custodito il prodigioso, venerato simulacro di Maria Bambina e dove arrivano pellegrini non solo da altre regioni italiane, ma anche da altri Paesi, in particolare quelli nei quali sono presenti le Suore di Carità. E lo testimoniano le Messe in streaming, in italiano e in inglese, programmate per la festa della Natività di Maria nel Santuario: un modo per offrire alle consorelle e ai fedeli dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa e delle Americhe di unirsi alle celebrazioni.
Il cammino della novena. È ricca, come tradizione, la proposta spirituale predisposta dalle Suore di Carità – l’istituto fondato nel 1832 dalle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, le “suore di Maria Bambina”, come tutti le chiamano – per la festa della Natività di Maria. Ad aprire il cammino, la novena che dal 30 agosto al 7 settembre proporrà ogni giorno, nel Santuario di via Santa Sofia, la preghiera del Rosario alle 16,30 e la celebrazione eucaristica alle 17. Ad offrire alcuni spunti di meditazione, ad ogni Messa, sarà don Massimiliano Colleoni, rettore del Santuario milanese di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso. I temi, ogni volta ispirati ad un passo delle Scritture: Maria e la paura (mercoledì 30 agosto), Maria e lo sguardo (giovedì 31 agosto), Maria e il cuore (venerdì 1° settembre), Maria e la fuga (sabato 2 settembre), Maria e Nazaret (domenica 3 settembre), Maria e la cura (lunedì 4 settembre), Maria e lo stare (martedì 5 settembre), Maria e la memoria (mercoledì 6 settembre), Maria e il discepolo (giovedì 7 settembre).
Il cuore della festa. Sono sei le Messe che il Santuario – annesso alla casa generalizia delle suore – ospiterà venerdì 8 settembre, festa della Natività di Maria: alle 7,10 (celebrata da don Marco Fusi), alle 9,30 (in inglese e in streaming nel sito www.suoredimariabambina.org, celebrata da don Ajith Rodrigues, carmelitano scalzo); alle 11,30 (don Ettore Colombo), alle 15 (don Fabio Volpato), alle 17 (monsignor Carlo Faccendini, anch’essa con diretta streaming) e alle 18,30 (don Antonio Anastasi). Due altre Messe verranno celebrate il giorno successivo, sabato 9 settembre, anniversario del primo miracolo, avvenuto nel 1884 – la guarigione della novizia Giulia Macario, gravemente malata, che riacquistò la salute dopo aver baciato il simulacro di Maria Bambina affidato alle Suore di Carità nel 1842: alle 17 (celebra don Antonio Anastasi) e alle 18,30 (don Massimiliano Colleoni).
Nel mistero di Maria Bambina. Con tutte queste iniziative le Suore di Carità rinnovano il mandato ricevuto da Giovanni Paolo II quando, il 4 novembre 1984, nel centenario del primo miracolo, visitò il Santuario: approfondire sempre più il mistero e la spiritualità di Maria Bambina. Un mandato che feconda il cammino d’ogni giorno. Ad esempio: nell’accoglienza e nell’ascolto dei pellegrini. Che non vengono solo da Milano ma anche da altre parti d’Italia e da altri Paesi. A partire da quelli in cui sono presenti le Suore di Maria Bambina. In via Santa Sofia arrivano singoli fedeli ma anche coppie di sposi, famiglie, gruppi parrocchiali (che talvolta celebrano l’Eucaristia). Che cosa chiedono? Per cosa e per chi pregano? Chiedono grazie per la propria salute o per quella dei loro familiari, soprattutto nel caso di bambini ammalati. C’è chi chiede il dono della maternità, chi invoca sostegno quando la gravidanza si fa difficile e rischiosa. E c’è chi “iscrive” figli o nipoti alla protezione di Maria Bambina. In Santuario ci sono due suore che si dedicano all’accoglienza e all’ascolto di chi vi si reca – pellegrini, fedeli, a volte semplici turisti curiosi – per offrire, a chi lo desidera, un consiglio, una preghiera, la semplice vicinanza. Parole e gesti di prossimità. Alla scuola di Maria Bambina.
Alle sorgenti della devozione. Il simulacro di Maria Bambina venne modellato da una francescana di Todi, suor Isabella Chiara Fornari, e portato a Milano nel 1738 da monsignor Alberico Simonetta. Peregrinò poi in alcuni istituti religiosi della città e venne, infine affidato a don Luigi Bosisio, parroco di San Marco, che nel 1842 lo consegnò alla comunità delle Suore di Carità che operava nell’ospedale Ciceri – come si legge in www.suoredimariabambina.org –. Nel 1876, dall’ospedale, il simulacro seguì le religiose nella nuova sede generalizia di via Santa Sofia. «Qui, nel 1884, la giovane Giulia Macario, baciandolo, fu miracolosamente guarita da una grave infermità. Si pensò allora di esporre l’immagine in una cappella provvisoria finché, nel 1888, ebbe il suo posto d’onore in un vero e proprio santuario all’interno della casa. Questi fatti furono accompagnati da un forte incremento della devozione popolare a Maria Bambina e il piccolo santuario divenne meta di numerosi fedeli». Durante la Seconda guerra mondiale, «nel bombardamento dell’agosto 1943 fu distrutto, ma il simulacro era stato portato in salvo in un rifugio a Maggianico di Lecco. Il nuovo tempio, progettato dall’architetto Giovanni Muzio, sorse su un’area adiacente e venne consacrato dal cardinale Ildefonso Schuster nei giorni 20 e 21 novembre 1953». E lì, nell’abside del Santuario, è da allora custodito e offerto alla venerazione dei devoti di ogni condizione e provenienza.