Le macchie bianche di calce che punteggiano la distesa d’erba e di fango sono le uniche tracce rimaste della vecchia fabbrica Solvay. Qui, negli anni della seconda guerra mondiale, lavorò come operaio il giovane Karol Wojtyla, dapprima nella cava di pietre da cui si estraeva il calcare e poi nello stabilimento chimico. E qui, alla periferia di Cracovia, sorgerà il Centro Giovanni Paolo II 'Non abbiate paura!' in ricordo del primo Papa slavo nella storia della Chiesa. Non sarà un semplice museo ma un complesso multi- funzionale dove i visitatori potranno rivivere la straordinaria ricchezza spirituale e culturale del pontificato wojtyliano. I lavori hanno preso il via lo scorso ottobre, nel trentesimo anniversario della sua elezione al soglio di Pietro, con una solenne cerimonia presieduta dall’ideatore del Centro, il cardinale Dziwisz. In quell’occasione, davanti a migliaia di persone, è stata innalzata una grande croce d’acciaio posta all’ingresso del cantiere e circondata da un cumulo di sassi che i giovani di Cracovia avevano simbolicamente donato a Benedetto XVI nel corso della sua visita in Polonia del giugno 2006, quando Papa Ratzinger benedisse la prima pietra del futuro complesso dedicato al suo predecessore. Ai piedi della collina segnata dalla ' croce papale' si trova il santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki dove il giovane Karol era solito fermarsi a pregare tornando a casa dal lavoro. Quel ragazzo con gli zoccoli, divenuto Papa, avrebbe poi canonizzato suor Faustina Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia. E nel corso del suo ultimo viaggio in Polo- nia, nell’agosto del 2002, l’anziano Pontefice si commosse lasciandosi andare ai ricordi di quei lontani anni durante il rito di consacrazione della nuova e imponente basilica di Lagiewniki. Crocevia decisivo della biografia e della spiritualità di Wojtyla, non c’era luogo più significativo per erigere il centro in sua memoria che si estenderà su dieci ettari di terreno. Perfetto sul piano simbolico, esso tuttavia appare problematico dal punto di vista geofisico per la presenza delle scorie di sodio prodotte dalla Solvay e col tempo sedimentate in profondità. Non a caso questa vasta distesa friabile alla periferia di Cracovia ha preso il nome di 'Mari bianchi'. Escavatori sono all’opera per fare spazio alle fondamenta stabili del complesso. Il concorso per il progetto del Centro ha visto la partecipazione di più di trenta architetti, alcuni di fama internazionale, ed è stato vinto da un giovane polacco, Andrzej Mikulski, « esponente della generazione GP2 – come lui stesso si definisce –. Avevo cinque anni quando venne eletto pontefice Wojtyla, ne avevo dieci quando andai coi miei genitori alla messa celebrata dal Papa qui a Cracovia – racconta – Ad ogni passo la mia vita è stata segnata da Giovanni Paolo II». A soli 35 anni Mikulski è già un architetto molto noto in Polonia (ha firmato tra l’altro il più grande centro commerciale di Varsavia, ' Terrazze d’oro'). Quando ha saputo del concorso per il Centro Giovanni Paolo II ha lasciato perdere tutti gli altri lavori e si è buttato a capofitto nel progetto, risultato alla fine il migliore «per semplicità e profondità». Ce lo illustra nel suo ampio studio a due passi dal Rynek, l’antica piazza del mercato di Cracovia. L’idea di fondo è quella di un tempio a cielo aperto, dove l’altare è rappresentato dalla chiesa dedicata a Giovanni Paolo II, il presbiterio è dato dalla piazza e lo spazio per i fedeli coincide con il parco detto 'Piccola Blonia', dal nome del grandissimo prato nel cuore di Cracovia dove milioni di persone hanno assistito alle celebrazioni liturgiche di Papa Wojtyla. L’intero complesso è orientato alla basilica della Divina Misericordia che sorge a poco meno di un chilometro. Chi arriva al Centro Giovanni Paolo II si troverà di fronte la visione del santuario, a significare che l’incontro con Papa Wojtyla conduce al Dio della misericordia. L’elemento centrale è la chiesa a due piani: la cappella sotterranea dove si pensa che troveranno posto le reliquie di Giovanni Paolo II e la basilica superiore a forma ottagonale, dominata da una torre alta cinquantacinque metri. Attorno alla piazza, che avrà le stesse dimensioni di quella di Wadowice, la città natale di Wojtyla, si situano gli edifici principali del Centro che ripropongono gli ideali fondamentali del pontificato di Giovanni Paolo II. Sulla destra il museo multimediale della vita e delle opere del Papa polacco (corrispondente alla ' Fides') e l’Istituto di ricerca e di documentazione con la biblioteca ('Veritas'), dove ci sarà l’opportunità di studiare e d’approfondire l’insegnamento di Papa Wojtyla. Sulla sinistra il centro conferenze ( corrispondente al principio della 'Ratio') ed il centro per la formazione del volontariato ('Caritas'). Sono previste inoltre una casa per i ritiri spirituali ed una struttura d’accoglienza (hotel, casa del pellegrino e campeggio). Sarà una vera e propria ' città papale' con viuzze, archi e piazzette che ricordano Roma, mentre sarà ricostruito il ponte in ferro utilizzato per il trasporto di materiali dalla vecchia fabbrica Solvay. Al contrario della basilica della Divina Misericordia, una struttura ultramoderna in vetro ed acciaio, il Centro Giovanni Paolo II sarà all’insegna della tradizione, tutto costruito con mattoni rossi e pietre calcari bianche così da ricreare l’atmosfera dell’antica città di Cracovia. I lavori, appena iniziati, dovrebbero concludersi entro il 2013. «Sarà il più grande monumento a Giovanni Paolo II, un omaggio al nostro più illustre concittadino» dice entusiasta il sindaco di Cracovia, Jacek Majchrowski, che prevede un boom di pellegrini da ogni parte del mondo. È il 18 agosto 2002: Giovanni Paolo II saluta i fedeli nel Parco Blonia a Cracovia. Qui sorgerà il complesso che porta il suo nome Alcune immagini del progetto del Centro intitolato a Giovanni Paolo II che sorgerà a Cracovia. In alto a destra, il viale principale del complesso.
Dziwisz: «Sarà un modo per incontrarlo nuovamente»«Sarà un modo, per chiunque lo vorrà, d’incontrare nuovamente Giovanni Paolo II». Da come ne parla si capisce subito che per il cardinale Dziwisz non si tratta di un’iniziativa come tante altre ma di un tributo d’affetto. «Ebbene sì - ammette l’ex segretario di Karol Wojtyla che ora siede sulla cattedra episcopale di Cracovia - l’idea di un Centro in memoria del Santo Padre Giovanni Paolo II scaturisce da un bisogno del cuore, da un sentimento di profonda gratitudine per tutto quello che ha fatto per la Chiesa e per il mondo». Un’idea maturata fin da subito, all’indomani della morte di Papa Wojtyla. Nove mesi più tardi, il 2 gennaio del 2006, l’arcivescovo Stanislaw Dziwisz firma il decreto che istituisce il Centro Giovanni Paolo II come una pubblica opera ecclesiale amministrata dall’Arcidiocesi di Cracovia. Approvato il progetto, iniziati i lavori, la grande sfida è iniziata.
Eminenza, com’è nata l’idea di un Centro dedicato a Giovanni Paolo II?E’ nata dalla provocazione di tantissima gente che viene qui a Cracovia da tutto il mondo per riscoprire le tracce di Karol Wojtyla. E molti non s’accontentano di visitare la sua casa natale a Wadowice ed i luoghi che hanno segnato la sua giovinezza ma vogliono entrare in contatto con la sua eredità spirituale e culturale. Ci sono personalità che segnano la storia e senza dubbio Giovanni Paolo II è una di queste. Ha attirato a sé milioni di persone, ha lasciato una traccia indelebile nei cuori di credenti e non credenti. Per questo ci è sembrato utile e opportuno creare un luogo dove fare memoria vivente della sua persona e delle sue opere.
Il nome del Centro è dato dalla famosa frase con cui Giovanni Paolo II inaugurò il suo pontificato, "Non abbiate paura!...Quell’invito ad aprire, anzi a spalancare le porte a Cristo, fu rivolto a tutti gli uomini, a tutte le nazioni. E diede il tono a tutto il suo pontificato lungo 27 anni. Il Centro vuole riproporre il messaggio di Giovanni Paolo II in tutta la sua forza, mantenendo vivo il suo modo di essere, con i suoi insegnamenti, la sua poesia, la sua sensibilità per la bellezza. Senza dimenticare ovviamente che la sua eredità è quella della Chiesa, contrassegnata dal suo stile, dalla sua straordinaria personalità.
Quale sarà lo scopo principale del Centro?Non sarà solo un luogo di ricordi ma anche un luogo di ricerca e di approfondimento degli ideali e degli insegnamenti di Giovanni Paolo II. I visitatori avranno l’opportunità di vivere tutto questo partecipando a incontri, conferenze, preghiere ed esercizi spirituali. Scopo del Centro è promuovere la spiritualità e la cultura di Karol Wojtyla divenendo così stimolo per la nuova evangelizzazione. E sarà un luogo d’accoglienza per tutti, un luogo privilegiato per la difesa dei diritti dell’uomo, della libertà dei popoli e della sacralità della vita. Ed anche un luogo per il dialogo inter-religioso e l’ecumenismo. Insomma sarà una casa dove ritrovarsi fraternamente nel nome di colui che per 27 anni è stato il Pietro dei nostri tempi.