Chiesa

Il diario del Sinodo. In tre parole (e una citazione) lo spirito dei lavori

Antonello Mura domenica 6 ottobre 2024

Uno dei tavoli dei lavori sinodali durante un intervento del Papa

Nel Diario del Sinodo di questa prima settimana di lavori e confronto sono tre le parole che ne generano tante altre.

Ritiro. Madre M. Ignazia Angelini e padre Timothy Radcliffe hanno attivato e connesso i nostri “navigatori interiori”, alimentando un benefico “lavorio del cuore”. Parola di Dio, meditazione e silenzio, ma anche – ogni tanto interrompendo il clima di raccoglimento – una bella circolazione di saluti e di abbracci fraterni, segno di un ritrovarsi gioioso e atteso. La sera del 1° ottobre l’esperienza penitenziale con papa Francesco, con testimoni e gesti: la Parola ci ha ricordato che chiedere perdono non è peccato, e vivere da peccatori perdonati – anche come Chiesa – ci rende credibili e ci conferma umani. La guerra, gli abusi e le migrazioni, raccontati con un volto e una storia, ci riguardano tutti da vicino.

Atmosfera. Dopo la Messa di apertura del 2 ottobre, nella quale il Papa ci ha detto di badare «a non trasformare i nostri contributi in puntigli da difendere o agende da imporre ma offriamoli come doni da condividere, pronti anche a sacrificare ciò che è particolare, se ciò può servire a far nascere insieme qualcosa di nuovo secondo il progetto di Dio», siamo subito entrati nel clima dell’Assemblea sinodale. L’ambiente è conviviale e fraterno: un tavolo circolare con dieci persone, guidate da un facilitatore; la preghiera che apre e chiude ogni incontro; l’Instrumentum laboris tra le mani come riferimento per i temi da affrontare e una tecnologia che non fa sprecare tempo. Nel mio gruppo, oltre a quattro italiani, sono rappresentati i seguenti Paesi: India, Perù, Brasile, Libano e Repubblica Ceca. Un intervento, in gruppo e in plenaria, non deve superare i tre minuti, mentre gli orari sono per stakanovisti sinodali: dalle 8.45 alle 12.30; e di nuovo dalle 16 alle 19.30, più i tempi di spostamento…

Consapevolezza. Lo strumento di lavoro ci propone di rispondere alla domanda: come essere Chiesa sinodale in missione? Quattro le Sezioni nel quale è suddiviso: Fondamenti; Relazioni; Percorsi; Luoghi. Nella prima settimana, dedicata ai Fondamenti, colpisce nel documento l’uso ripetuto del termine consapevolezza. Consapevolezza del processo sinodale e di essere popolo di Dio e consapevolezza del « volto multiforme della Chiesa». Serena e proficua la riflessione nel gruppo, con interventi e precisazioni che, spero senza banalizzare, riassumo così: l’oriente parte sempre da uno sguardo spirituale; l’occidente ha a cuore i cardini della fede; il Sud America armonizza religiosità e vita comunitaria. La Chiesa che amiamo è raggiunta dallo Spirito Santo in ogni parte del mondo. L’Assemblea sente la responsabilità di rendere attuali, vive ed efficaci, parole come missione, comunione e partecipazione. Tutti siamo certi che il Vangelo è offerto – come dice il documento – a persone e comunità che vivono in tempi, luoghi e storie da riconoscere, rispettare, ma che sono chiamate ad aprirsi a più ampi orizzonti.

La frase. I cristiani siano «cercatori con coloro che cercano e interroganti con coloro che interrogano» ( Tomáš Halìk).