Il diario del Sinodo. In tre parole (e una citazione) lo spirito dei lavori
Uno dei tavoli dei lavori sinodali durante un intervento del Papa
Nel Diario del Sinodo di questa prima settimana di lavori e confronto sono tre le parole che ne generano tante altre.
Ritiro. Madre M. Ignazia Angelini e padre Timothy Radcliffe hanno attivato e connesso i nostri “navigatori interiori”, alimentando un benefico “lavorio del cuore”. Parola di Dio, meditazione e silenzio, ma anche – ogni tanto interrompendo il clima di raccoglimento – una bella circolazione di saluti e di abbracci fraterni, segno di un ritrovarsi gioioso e atteso. La sera del 1° ottobre l’esperienza penitenziale con papa Francesco, con testimoni e gesti: la Parola ci ha ricordato che chiedere perdono non è peccato, e vivere da peccatori perdonati – anche come Chiesa – ci rende credibili e ci conferma umani. La guerra, gli abusi e le migrazioni, raccontati con un volto e una storia, ci riguardano tutti da vicino.
Atmosfera. Dopo la Messa di apertura del 2 ottobre, nella quale il Papa ci ha detto di badare «a non trasformare i nostri contributi in puntigli da difendere o agende da imporre ma offriamoli come doni da condividere, pronti anche a sacrificare ciò che è particolare, se ciò può servire a far nascere insieme qualcosa di nuovo secondo il progetto di Dio», siamo subito entrati nel clima dell’Assemblea sinodale. L’ambiente è conviviale e fraterno: un tavolo circolare con dieci persone, guidate da un facilitatore; la preghiera che apre e chiude ogni incontro; l’Instrumentum laboris tra le mani come riferimento per i temi da affrontare e una tecnologia che non fa sprecare tempo. Nel mio gruppo, oltre a quattro italiani, sono rappresentati i seguenti Paesi: India, Perù, Brasile, Libano e Repubblica Ceca. Un intervento, in gruppo e in plenaria, non deve superare i tre minuti, mentre gli orari sono per stakanovisti sinodali: dalle 8.45 alle 12.30; e di nuovo dalle 16 alle 19.30, più i tempi di spostamento…
Consapevolezza. Lo strumento di lavoro ci propone di rispondere alla domanda: come essere Chiesa sinodale in missione? Quattro le Sezioni nel quale è suddiviso: Fondamenti; Relazioni; Percorsi; Luoghi. Nella prima settimana, dedicata ai Fondamenti, colpisce nel documento l’uso ripetuto del termine consapevolezza. Consapevolezza del processo sinodale e di essere popolo di Dio e consapevolezza del « volto multiforme della Chiesa». Serena e proficua la riflessione nel gruppo, con interventi e precisazioni che, spero senza banalizzare, riassumo così: l’oriente parte sempre da uno sguardo spirituale; l’occidente ha a cuore i cardini della fede; il Sud America armonizza religiosità e vita comunitaria. La Chiesa che amiamo è raggiunta dallo Spirito Santo in ogni parte del mondo. L’Assemblea sente la responsabilità di rendere attuali, vive ed efficaci, parole come missione, comunione e partecipazione. Tutti siamo certi che il Vangelo è offerto – come dice il documento – a persone e comunità che vivono in tempi, luoghi e storie da riconoscere, rispettare, ma che sono chiamate ad aprirsi a più ampi orizzonti.
La frase. I cristiani siano «cercatori con coloro che cercano e interroganti con coloro che interrogano» ( Tomáš Halìk).