La «grande sfida» del relativismo, che si presenta come un completamento del concetto di libertà, «ma in realtà rischia di distruggerla proponendosi come una vera "dittatura"»: l’ha evocata ieri mattina Benedetto XVI nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, dove si è svolta la Giornata di preghiera e riflessione che ha preceduto il Concistoro e che vede oggi il Pontefice creare 24 nuovi cardinali. La riunione, cui hanno partecipato circa 150 porporati, è iniziato con un saluto del cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio. Quindi è stato Benedetto XVI a introdurre i lavori, toccando – secondo quanto riportato da un Comunicato della Sala Stampa vaticana – sia il tema del rapporto tra verità e libertà, sia il tema della liturgia e della sua «importanza essenziale» nella vita della Chiesa. Riguardo al primo tema, il Papa ha ricordato che «nel mandato del Signore di annunciare il Vangelo è implicita l’esigenza della libertà di farlo e tuttavia ciò incontra, nella storia, diverse opposizioni». Il rapporto fra verità e libertà, ha notato, «oggi si trova di fronte alla grande sfida del relativismo, che sembra completare il concetto di libertà ma in realtà rischia di distruggerla proponendosi come una vera "dittatura"».Nella successiva relazione il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, «ha tracciato una visione panoramica dei tentativi odierni di limitare la libertà dei cristiani nelle varie regioni del mondo». Specie nelle nazioni occidentali che pure, ha osservato, «spesso devono al cristianesimo i tratti profondi della loro identità e cultura», si assiste oggi a «un processo di secolarizzazione, con tentativi di emarginazione dei valori spirituali dalla vita sociale». Di qui, il cardinale Bertone ha sintetizzato la situazione della libertà religiosa che oggi si riscontra nei Paesi islamici e che la Santa Sede da sempre promuove in campo internazionale, in particolare in sede Onu. Dopo il segretario di Stato, la parola è passata al cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il culto divino, che ha ribadito «l’importanza della preghiera liturgica nella vita della Chiesa» e di rimanere fedeli alle norme che oggi la regolano.Il successivo dibattito ha visto alternarsi al microfono 18 cardinali, con un ventaglio di considerazioni incentrate, informa la nota ufficiale, principalmente sulla «problematica della libertà religiosa» e sulle «difficoltà incontrate dall’attività della Chiesa» con riferimento a situazioni specifiche «in Europa, nelle Americhe, in Africa, in Asia, nel Medio Oriente e nei Paesi a maggioranza islamica». Si è parlato anche di Cina, dove sembra imminente la consacrazione di un vescovo non autorizzata dalla Santa Sede.Ieri mattina si è parlato anche delle difficoltà, definite «gravi», che oggi la Chiesa incontra «nella difesa di valori fondati sul diritto naturale, come il rispetto della vita e della famiglia». Un altro argomento «sviluppato» è stato quello del dialogo interreligioso «in particolare con l’islam». Non sono poi mancati «suggerimenti di linee di impegno per rispondere alle sfide poste alla Chiesa di oggi». Alcuni interventi, in chiave liturgica, hanno messo in risalto la centralità della celebrazione eucaristica nella vita della Chiesa e il «rispetto dovuto al sacramento dell’Eucaristia».Nella sessione pomeridiana l’arcivescovo – oggi creato cardinale – Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, ha parlato su «La Dichiarazione "Dominus Iesus" della Congregazione per la dottrina della fede a dieci anni dalla pubblicazione», osservando - ha spiegato una seconda nota della Sala Stampa vaticana - «che essa ha fatto chiarezza su alcune fondamentali verità cristologiche ed ecclesiologiche e ha rilanciato i dialoghi ecumenici ed interreligiosi a partire da una precisa identità cattolica».Il cardinale William J. Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha poi svolto le due comunicazioni a lui affidate, rispettivamente su «Risposta della Chiesa ai casi di abuso sessuale: verso un orientamento comune», e su «La Costituzione apostolica "Anglicanorum coetibus"». Nella prima il porporato «ha svolto alcune osservazioni circa la più ampia responsabilità dei vescovi per la tutela dei fedeli loro affidati». «In ciò – aggiunge la nota – si è ispirato alle parole del Santo Padre, al suo esempio di ascolto e di accoglienza per le vittime, e ha parlato della collaborazione con le autorità civili e della necessità di un efficace impegno di protezione dei bambini e dei giovani e di un’attenta selezione e formazione dei futuri sacerdoti e religiosi». Levada ha poi «informato sul lavoro di preparazione di una Lettera circolare della Congregazione alle Conferenze episcopali sulle linee guida da offrire per un programma coordinato ed efficace nella direzione sopra descritta».Nella seconda comunicazione, il porporato ha spiegato «il contesto ecumenico e la situazione attuale circa la costituzione di Ordinariati» di ex anglicani.Nella successiva discussione sono intervenuti 12 cardinali. Riguardo alla questione degli abusi «è stato suggerito, tra l’altro, di incoraggiare le Conferenze episcopali a sviluppare piani efficaci, tempestivi, articolati, completi e decisi di protezione dei minori».