Chiesa

Convegno. Tutelare il patrimonio culturale delle comunità religiose, come fare?

Filippo Rizzi venerdì 18 febbraio 2022

Nei conventi e nei monasteri un patrimonio culturale di immenso valore

Il patrimonio culturale e storico presente nei vari angoli del Pianeta, in particolare nella vecchia Europa, custodito spesso gelosamente e con fatica da tante comunità di vita consacrata a causa del calo delle vocazioni deve rimanere una memoria viva e condivisa per tutti. È l’obiettivo che si prefigge il Convegno internazionale in programma il 4 e il 5 maggio a Roma nella sede del Pontificio Ateneo Antonianum.

Già il titolo del congresso – presentato ieri nella Sala Stampa della Santa Sede – reca il senso dell’iniziativa: “Carisma e creatività. Catalogazione, gestione e progetti innovativi per il patrimonio culturale delle comunità di vita consacrata”. Ad organizzare l’evento sono la Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica e il Pontificio Consiglio della cultura. Ieri alla presentazione ufficiale erano presenti i cardinali prefetti dei due dicasteri, rispettivamente il brasiliano João Braz de Aviz e l’italiano Gianfranco Ravasi.

Tra le singolarità dell’appuntamento vi è il fatto che è stato ideato e pensato assieme all’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana, al Dipartimento dei beni culturali della Chiesa – Facoltà di storia e beni culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana, al Dipartimento di architettura dell’Università di Bologna, con la collaborazione dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), dell’Unione dei superiori generali (Usg) e del Segretariato assistenza monache.

La “due giorni” di maggio nella sede dell’Antonianum in via Merulana vedrà la presenza delle tante voci delle comunità monastiche e di vita consacrata ma anche dei tanti avamposti accademici attivi in tutto il mondo. Infatti i relatori proverranno da Lovanio al Senegal, da Viterbo al Perù, dall’Africa come dagli Stati Uniti. La relazione introduttiva della prima giornata sarà affidata all’arcivescovo e segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, il francescano spagnolo José Rodriguez Carballo.

I contributi saranno raccolti attorno a quattro tematiche che costituiranno altrettante sessioni delle due giornate di studio: quadri di comprensione teorica, catalogazione, gestione, riuso. A giudizio del proporato brasiliano João Braz de Aviz, l’iniziativa permetterà soprattutto di conoscere meglio queste «ricchezze, prima ancora doni, da custodire e da condividere». Sulla stessa lunghezza d’onda l’impressione di Ravasi sui frutti che darà l’incontro romano.« L’orizzonte per costruire questo convegno è grande – ha spiegato il porporato – sono già 82 gli interventi che verranno proposti da tutti i continenti. Il patrimonio è imponente, è enorme, straordinario, beni, immobili, biblioteche tutto quanto si può mettere sotto beni culturali, ma si sono assottigliate sempre di più i religiosi, i gestori se vogliamo dire. Sono calate del 57% le presenze. Questi beni hanno un valore non solo economico».