Vaticano. Un filo diretto con il Papa: Francesco apre la sua rubrica delle lettere
Padre Enzo Fortunato presenta la nuova rivista della Basilica di San Pietro
La Basilica di San Pietro si prepara al Giubileo anche con un nuovo percorso di comunicazione che coinvolge in prima persona il Papa (avrà una sua “rubrica” per rispondere alle lettere dei fedeli), punta sull’innovazione digitale, integrata con il “vecchio” cartaceo. Nascono infatti un magazine, ma ci saranno anche un sito web e due webcam, una puntata sulla tomba di San Pietro, l’altra sulla Porta Santa. L’intento, come ha detto ieri padre Enzo Fortunato, presentando le iniziative ai giornalisti della Sala Stampa Vaticana, è quello di avere «una Chiesa sempre più inclusiva e in dialogo col mondo contemporaneo».
Il francescano, che è direttore della Comunicazione della Basilica di San Pietro, è entrato poi nei dettagli del piano di comunicazione. Ci sarà un font dedicato (cioè uno specifico carattere grafico), concepito per celebrare la bellezza della Basilica di San Pietro e l’eredità religiosa, storica, artistica e culturale che rappresenta. Il font diventerà un segno distintivo della Basilica e dal 2025 caratterizzerà anche il nuovo sito web.
Tra le principali novità vi è la nuova rivista cartacea: Piazza San Pietro, il cui nome è stato scelto da papa Francesco. Il magazine offrirà editoriali sui temi della Chiesa e del mondo, affronterà argomenti di attualità, con un’attenzione particolare ai problemi sociali come la povertà, l’immigrazione, la violenza e le sfide che affrontano le famiglie e gli esclusi. Papa Francesco risponderà personalmente ai lettori, una lettera per ogni numero, «confermando la sua volontà di ascoltare e dialogare», ha sottolineato padre Fortunato. La rivista sarà disponibile presso l’Official Area della Basilica di San Pietro o all’interno della Basilica stessa, o tramite abbonamento postale (costo 30 euro, il singolo numero 4 euro, ma i meno abbienti la potranno avere gratis, ha precisato il frate). Inoltre sono in corso convenzioni per la distribuzione della rivista nelle scuole e presso le sale di attesa delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti. La Basilica utilizzerà poi i social network «per condividere l’amore per questo luogo sacro, e offrire informazioni utili in vista dell’imminente Giubileo».
Quanto alle due webcam , una sarà installata sulla tomba di San Pietro e permetterà, dunque, un raccoglimento virtuale ai fedeli di tutto il mondo che potranno inviare le loro preghiere. Il dispositivo verrà inaugurato il prossimo 2 dicembre alle 18,30 da papa Francesco. Un’altra webcam invece sarà installata sulla Porta Santa, per consentire a chi non potrà affrontare il “santo viaggio” di attraversarla simbolicamente. Una sala polifunzionale interna alla Fabbrica di San Pietro permetterà l'accoglienza dei giornalisti e degli operatori dell’informazione per incontri e briefing.
«Il nostro obiettivo - ha spiegato padre Enzo -è rendere la basilica accessibile a tutti, utilizzando strumenti moderni, come l’intelligenza artificiale, ma sempre adeguatamente guidata e controllata. Il linguaggio - ha aggiunto - deve essere chiaro e coinvolgente, partendo dal cuore, come ci indica anche l’ultima recentissima enciclica del Papa. La Chiesa non ha mai avuto paura di andare incontro a nuovi orizzonti e frontiere, con creatività e coraggio, per annunciare il Vangelo».
L’intervento che avrebbe dovuto tenere l’arciprete della Basilica Vaticana, cardinale Mauro Gambetti (impossibilitato a partecipare alla conferenza stampa) è stato letto. «Ci piacerebbe comunicare nel senso etimologico del termine, cioè “mettere in comune” - ha scritto il porporato - nell’unica piazza dell’umanità, i valori, le esperienze, le testimonianze che appartengono alla storia di ieri e di oggi, perché coloro che guardano a San Pietro e al suo successore possano trovare luce e amore che incoraggiano nel cammino».
Ecco il testo della prima lettera pubblicata dalla rivista Piazza San Pietro e la risposta del Papa:
Santo Padre, sono una nonna di tre nipotini, il loro arrivo è stato un grande dono che ha portato tanta gioia a noi nonni e alle nostre due figlie. L’ultima nipotina di 5 anni, molto affettuosa e vivace, non è stata battezzata perché i genitori, sposati civilmente, si sono allontanati dal Signore durante il loro periodo adolescenziale. Tuttora non è presente in loro il desiderio di ricercarlo e renderlo presente nella loro vita. Tutto ciò è fonte di grande sofferenza per me perché so quanto importante è avere il Signore al nostro fianco, pregarlo, ascoltarlo e accogliere il suo amore. Immagino la mia nipotina senza questo grande dono, senza il Sacramento del Battesimo, lei così curiosa di conoscere la storia di Gesù con tante sue domande.
Cosa penserà Gesù di tutto ciò? Continuerò a pregare perché ci aiuti ad aprire il cuore dei suoi genitori, e possa affiancare la mia nipotina nelle prove della vita, essere suo amico e compagno di viaggio. Mi rivolgo a Lei Santo Padre per avere conforto e consiglio, fiduciosa che il Signore ci indicherà la giusta strada da percorrere per aiutare la nostra nipotina.
La risposta del Papa:
Cara Oliva, capisco la Vostra sofferenza e Vi sono vicino. Il Battesimo è un grande dono che possiamo fare ai più piccoli, perché è il primo dei sacramenti, è la porta che permette a Cristo Signore e allo Spirito Santo di abitare, di prendere dimora, nella nostra persona. Io stesso ho battezzato molti bambini in questi anni a San Pietro, negli ospedali, ed è sempre una gioia grande.
Se i genitori si sono allontanati dalla fede, non bisogna perdere la fiducia. La preghiera può fare tanto. Fa miracoli. Pregate con più fede. Pensate a santa Monica e alle sue preghiere incessanti per la conversione del figlio Agostino, poi diventato un santo vescovo. Con la preghiera, amate con la speranza della resurrezione. L’amore autentico e disinteressato crea legami forti, che possono essere sorprendenti.
Alcuni pensano: ma perché battezzare un bambino che non capisce? Quando sarà adulto sarà lui a decidere. Ebbi modo di rispondere a questa domanda, ma volentieri la riprendo. Mi dà l’opportunità di invitare i genitori a donare qualcosa di straordinario ai bambini, di bello, di buono: sentirsi figli di Dio, che è Padre e che ci accompagnerà sempre nella vita. Non pensate troppo alle feste mondane, perché questo è uno dei motivi che a volte porta tanti ad allontanarsi dalla fede. Vivete insieme, in parrocchia, con gli altri questa attesa. Vivetela nella semplicità.
Battezzare un bambino significa aver fiducia nel Signore, nello Spirito Santo, perché quando noi battezziamo un bambino, in quel bambino entra lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo fa crescere in quel bambino, da bambino, delle virtù cristiane che poi fioriranno.
Ma il Battesimo non si può comunque imporre a genitori che non lo vogliono per i propri figli. Voi nonni, tuttavia, con il vostro esempio, potete aprire tanti cuori che sembrano chiusi. Portate avanti il dialogo sempre, mi raccomando sempre, con speranza, con mitezza e con carità. Accompagnate i vostri figli, parlate con loro, ma senza insistere con la proposta del Battesimo. L’amore gratuito è più persuasivo di tante parole. L’amore di Dio semina futuro, amicizia, ricerca di Lui, e i tempi noi non li conosciamo. La preghiera vi aiuterà certamente. Vedrete.
Coraggio, avanti insieme e non vi dimenticate di pregare per me.