Chiesa

Casi di cronaca. Cocò e don Lazzaro, due delitti e una preghiera

Domenico Marino sabato 21 giugno 2014
L’abbraccio di Francesco agli ultimi lo ha portato anche a incontrare il padre e altri familiari di Cocò Campolongo, il bambino di tre anni ucciso e bruciato come un boss il 16 gennaio scorso, assieme allo zio sorvegliato speciale e alla compagna di quest’ultimo. Il Papa Cocò lo aveva ricordato anche nell’Angelus di domenica 26 gennaio, appena una settimana dopo la scoperta nelle campagne di Cassano di quel che rimaneva dei tre cadaveri e della Fiat Grande Punto a bordo della quale si trovavano.Un delitto efferato, che ha sconvolto tutta Italia, e non solo, ma è ancora senza responsabili. Gli inquirenti seguono diverse tracce investigative ma al momento non risulta neanche un indagato. Alla pista iniziale, che legava il delitto senza dubbio a un regolamento di conti all’interno degli ambienti criminali cittadini e dello spaccio di droga in particolare, col passare del tempo s’è affiancata l’ipotesi d’un omicidio maturato per ragioni personali. «Mai più succeda che un bambino debba avere queste sofferenze», ha detto Bergoglio guardando negli occhi e stringendo le mani delle due nonne e del papà del piccolo. La mamma con gli altri figli sono affidati a una comunità. «Prego continuamente per lui, non disperate».Dietro le sbarre del penitenziario castrovillarese è rinchiuso pure Nelus Dudu, il 27enne romeno accusato dell’omicidio di don Lazzaro Longobardi, ucciso a sprangate nel cortile della parrocchia di Sibari dove il sacerdote aveva continuato a vivere anche dopo il trasferimento nella vicina contrada rurale di Lattughelle. E dove aveva accolto e sfamato anche Dudu, che però, hanno ricostruito gli inquirenti al momento dell’arresto del presunto omicida, approfittava della bontà del sacerdote pure rubando in chiesa. E proprio a causa d’un furto delle offerte dei fedeli don Lazzaro avrebbe redarguito il romeno, il quale l’avrebbe minacciato di mettere in giro frasi calunniose nei suoi confronti. Ne sarebbe nata una lite conclusa dalle bastonate letali per l’anziano prete d’origini campane ma in Calabria ormai da decenni. Il cui cadavere è stato trovato la mattinata di domenica 2 marzo. Anche a lui va la preghiera del Papa in terra calabra.