Un clochard sepolto in Vaticano. Ne ha parlato un servizio del Tg2000, ieri sera. Willy, questo il nome del clochard, era conosciuto dai gendarmi e dalla guardie svizzere del portone di Sant’Anna, dagli abitanti dei borghi nei dintorni del Vaticano, da suore e prelati.
Monsignor Americo Ciani, canonico della basilica vaticana, appassionato di pittura, lo aveva ritratto con il suo trolley, la barba e il cappotto, la croce al collo: era diventato suo amico e da qualche tempo si era accorto della sua assenza. «Aveva questa forza interiore - ha detto monsignor Ciani ai microfoni di Tg2000 - dovuta proprio alla comunione con Dio, tanto che diceva: ‘La mia medicina è la comunione’. A tutti chiedeva: ‘Ma lei da quanto tempo non fa la confessione?. Guardi che per andare in Paradiso bisogna confessarsi, riconciliarsi con Dio’». Willy, di origine fiamminga, aveva un’ottantina d’anni e seri problemi di salute, da decenni viveva da clochard con la preghiera e il sorriso sulle labbra. Dormiva sotto la rampa che porta al Gianicolo, vicino alla Galleria di Porta Cavalleggeri.
Willy è morto nell’ospedale Santo Spirito. Nel servizio del Tg2000 lo ricorda anche Renato Russomanno, responsabile della vigilanza dell’Ospedale Santo Spirito: “Lo conoscevamo perché veniva spesso qui”. “Tempo fa - prosegue Russomanno - mi hanno detto che era ricoverato in chirurgia”. Dopo ha saputo che era deceduto. Quando qualcuno, agli inizi di gennaio, ha pensato di seppellirlo in Vaticano, è stato subito accordato il permesso, in linea con la vicinanza di Papa Francesco a chi vive ai margini della società: così Willy adesso riposa nel cimitero teutonico, dove sono sepolte persone illustri, ecclesiastici, nobili e cavalieri di origine austriaca, svizzero-tedesca, fiamminga e lussemburghese.