Mantova. Claudio Cipolla ordinato vescovo, andrà a Padova
Marcello Palmierilunedì 28 settembre 2015
Don Claudio Cipolla è vescovo. Celebrazione solenne domenica a Mantova, nella basilica concattedrale di Sant’Andrea: al presule eletto di Padova, nella Chiesa vigiliana parroco di Porto Mantovano e vicario per la pastorale, è stata conferita l’ordinazione episcopale. Che “nella sua rarità e per la sua importanza - ha sottolineato nell’omelia monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova e consacrante principale - ci coinvolge nel riflettere meglio sul grande dono che il Signore Gesù fa alla sua Chiesa. Nel ministero del vescovo circondato dai suoi presbiteri - ha subito spiegato il presule citando il Pontificale romano, e cioè il libro liturgico che disciplina le celebrazioni episcopali - è presente lo stesso Signore Gesù”. E ce n’erano davvero tanti, di preti, alla celebrazione di ieri: circa 300. Senza dimenticare i vescovi conconsacranti: il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, il patriarca di Venezia e metropolita del Triveneto, monsignor Francesco Moraglia, e il vescovo emerito di Mantova, Egidio Caporello, affiancati da diversi altri presuli. Davvero una “vera” immagine di Chiesa, ordinata nei suoi diversi ministeri: questo suggeriva il colpo d’occhio nella basilica che è capolavoro rinascimentale di Leon Battista Alberti e custode delle reliquie del sangue di Cristo. E questo ha testimoniato il canto d’ingresso: “Chiesa, che nasci dalla croce...canta con gioia il tuo creatore...”, perchè “dal Crocifisso risorto nasce la speranza, dalle sue piaghe la salvezza...”. E da dove nasce questa salvezza? Monsignor Busti l’ha ricordato nell’omelia: da chi agisce nel nome di Cristo, passando “attraverso i volti e le situazioni più normali”. Ecco allora l’augurio al candidato che di lì a posto sarebbe diventato vescovo: stare “davanti al gregge, guida sicura e pronta ad affrontare per prima il pericolo; in mezzo, ad ascoltare gioie e dolori; e dietro, per mettersi sulle spalle chi è stanco e sfiduciato”. Ma attenzione: “Sempre nel suo, non nel nostro nome”. E’ giunto a questo punto il rito di ordinazione episcopale vero e proprio: introdotto dal canto del “Veni creator Spiritus”, antichissima invocazione allo Spirito che apre anche il conclave per l’elezione del Papa, si è dipanato attraverso la “Presentazione dell’eletto”, l’assunzione dei suoi impegni e il canto delle litanie dei Santi, perchè tutta la Chiesa – anche quella celeste - pregasse per il nuovo ministero episcopale. È poi seguita la preghiera di ordinazione: “Effondi sopra questo eletto la potenza che viene da te, o Padre”, ha scandito il vescovo Busti. E subito dopo: “Concedi a questo tuo servo, da te eletto all’episcopato, di compiere in modo irreprensibile la missione del sommo sacerdozio”. L’Amen solenne di tutta l’assemblea, proclamato in canto, ha suggellato la preghiera e introdotto all’unzione del capo del nuovo vescovo con il sacro Crisma. Poi le consegne: del libro dei Vangeli, della mitra (il cappello episcopale, segno di santità) e del pastorale (immagine del ministero di pastore). Quindi l’abbraccio di pace con gli altri vescovi, segno della comunione nell’ordine episcopale a cui a cui monsignor Cipolla è ormai associato. Terminato il rito di consacrazione, la Messa è proseguita nelle solite forme, seppure con grande cura e splendore liturgico. Ma ecco dopo la comunione un altro momento “straordinario”: durante il canto del “Te Deum”, il solenne inno di ringraziamento che la Chiesa riserva all’ultimo giorno dell’anno e a circostanze particolarmente significative, monsignor Cipolla ha percorso benedicente la navata principale, prima di quello che per molti era il momento più atteso: le sue prime parole da vescovo. “Così è il mistero di Dio - ha scandito dopo aver sottolineato la ricchezza della celebrazione –: prende e avvolge, e poi lo scopri”. Quindi i tanti “grazie”: ai nonni, alla sua prima comunità parrocchiale, ai genitori, a tutti le persone incontrate. E poi ancora al vescovo Roberto (“in lui ci siete tutti”) e alla Chiesa di Mantova (“Mi ricorderó sempre di te, non temere”), perchè “la vostra preghiera, unita a quella dei Santi e delle Sante, ha trasformato un vaso di coccio, un debole vaso di creta, un po’ sgretolato, in un contenitore di Grazia e di Potenza nello Spirito di Gesù”. Fino all’invocazione finale: “Figlio di Davide, Gesù, Signore, abbi pietà di me”. Monsignor Cipolla entrerà ufficialmente nella diocesi di Padova il 18 ottobre. Suo motto episcopale, “Confide surge vocat te”: “Coraggio, alzati, ti chiama”.