Cei. Dai giovani alla politica, al via il Consiglio permanente (senza la prolusione)
Una precedente sessione del Consiglio permanente della Cei (Foto Siciliani)
Comincia il Consiglio permanente della Cei che si svolge da oggi a mercoledì. È il primo senza la prolusione del cardinale presidente, l’ampio intervento introduttivo che per molti anni ha marcato la Conferenza episcopale italiana. La “riforma” approvata lo scorso gennaio è figlia di quello stile aperto al dialogo che vuole portare in Circonvallazione Aurelia a Roma il cardinale Gualtiero Bassetti, dallo scorso maggio alla guida della Cei.
I lavori iniziano quindi con un’introduzione, a porte chiuse, sui temi all’ordine del giorno. A tenerla non il cardinale presidente, ma uno dei tre vice-presidenti. Una proposta avanzata sempre su indicazione di Bassetti che intende valorizzare l’apporto dei suoi primi collaboratori. Stavolta il compito è affidato al vice-presidente “anziano” fra i tre in carica: il vescovo di Fiesole, Mario Meini, vice-presidente per il Centro Italia. Poi, in base allo schema adottato, ampio spazio viene dato alla discussione fra i pastori che compongono il Consiglio permanente. Oltre al presidente, al segretario generale e ai tre vice-presidenti, ne fanno parte i presidenti delle Conferenze episcopali regioni e delle Commissioni episcopali Cei. In tutto una trentina di vescovi in rappresentanza dell’episcopato della Penisola che, di fatto, ha partecipato in modo diretto o indiretto alla nomina dei membri che compongono il Consiglio permanente.
Fra i temi affrontati in questa sessione c’è la preparazione dell’Assemblea generale della Cei che si terrà in Vaticano dal 21 al 24 maggio con, in particolare, la proposta di svolgimento del tema principale: «Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo». A inaugurare l’Assemblea sarà come al solito il Papa. Approfondimenti – comunica la Cei in una nota – vengono dedicati fino a mercoledì a contenuti e iniziative della Chiesa italiana nel cammino verso il Sinodo dei vescovi su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» in programma a ottobre, come pure all’incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo lanciato da Bassetti che vedrà arrivare in Italia i pastori di tutti i Paesi affacciati sul grande mare. Infine sarà presentato un documento della Commissione episcopale per le migrazioni su «Comunità accoglienti: uscire dalla paura». Durante il Consiglio permanente non si mancherà di entrare anche nella situazione scaturita dal voto del 4 marzo, come ha anticipato lo stesso Bassetti spiegando alla stampa di essersi «ripromesso di dare qualche giudizio più specifico» sulla politica «durante il Consiglio permanente confrontandomi con gli altri vescovi», aveva detto ad Assisi lo scorso 10 marzo.
Il Consiglio permanente terminerà con le conclusioni pubbliche del cardinale presidente alle 12 di mercoledì con diretta su Tv2000 e chiesacattolica.it, che punteranno a “restituire” la ricchezza maturata nel discernimento collegiale. Immediatamente dopo, seguirà la conferenza stampa del segretario generale della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, con la presentazione del Comunicato finale. Ad Avvenire il cardinale Bassetti aveva spiegato nei mesi scorsi che la nuova formula è una vera e propria «scelta ecclesiale di camminare sempre più insieme» che «rimane la ragione di fondo che muove il confronto come anche le diverse modalità di svolgimento dei nostri lavori». Il presidente della Cei citava papa Francesco che «fin dai primi incontri con la nostra Conferenza episcopale ci ha raccomandato di crescere in “partecipazione e collegialità, per un discernimento pastorale che si alimenta nel dialogo, nella ricerca e nella fatica del pensare insieme, di essere spazio vitale di comunione a servizio dell’unità”». Un invito che Bergoglio aveva fatto in apertura dell’Assemblea generale della Cei nel maggio 2014.