Le foto. Verso la Gmg in canoa. L'avventura dei 35 giovani veronesi
Arrivano pagaiando ad Abrantes, cittadina portoghese nel distretto di Santarem, issano le loro canoe, le caricano sul furgone, il tempo di dissetarsi velocemente, organizzarsi per l’alloggio notturno e via verso le docce. «La terza tappa, di 20 chilometri, è stata particolarmente intensa - raccontano - abbiamo dovuto affrontare delle rapide, ma il vento a favore ci ha aiutato ad arrivare prima a destinazione».
Alcuni dei 35 ragazzi veronesi che stanno discendendo il grande fiume Tago alla volta di Lisbona, portano dei segni delle cadute di oggi, ma non se ne preoccupano: «Sono piccoli graffi, nulla di grave». Nulla che possa rovinare l’entusiasmo di questi ragazzi che a forza di braccia e pagaie stanno percorrendo circa 100 chilometri sul grande corso d’acqua che sfocia nell’oceano a Lisbona e sulle cui rive sabato, sotto al ponte Vasco da Gama, si ritroveranno centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo per la Giornata mondiale della gioventù assieme a papa Francesco.
«Purtroppo per questioni di sicurezza non arriveremo fino alla capitale - racconta don Claudio Tumulo, vicario parrocchiale di Negrar, sacerdote da un anno -, perché ad un certo punto sul fiume si trovano le navi mercantili». La scelta, quindi, è stata di quella di partire da Villa Velha de Rodao, non lontano dal confine con la Spagna: prima il volo da Malpensa a Lisbona, poi il viaggio su strada fino al punto di partenza. Sette giorni di fatica e condivisione: «Le canoe sono a due posti e ogni giorno si cambia il compagno - aggiunge il sacerdote - proprio per facilitare quello scambio e quell’incontro con gli altri che è l’ingrediente fondamentale di ogni Gmg». Soprattutto di questa, che arriva dopo gli anni della pandemia, segnati da distanziamento e limitazioni nelle relazioni.
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Con don Claudio c’è anche il segretario del vescovo don Nicola Moratello e tre assistenti da terra, Emanuele, Luca e Maria, che sono arrivati da Verona con il furgone di appoggio. «Scegliendo di percorre questo primo tratto del fiume - nota don Claudio - abbiamo trovato una natura spettacolare, qui, infatti il fiume scorre anche tra gole strette molto suggestive e poi abbiamo avuto un’accoglienza inimmaginabile, che forse a valle sarebbe stato più difficile trovare, perché le comunità più vicine a Lisbona in questi giorni stanno accogliendo già migliaia di giovani».
Prima dell’esperienza, ovviamente, c’è stato un piccolo percorso di preparazione alla canoa, a Verona e poi con un’uscita in laguna a Venezia, dove i ragazzi hanno appreso le tecniche di base. Ma le pagaie, le canoe, il fiume, l’organizzazione logistica non sono tutto: «Ogni sera viviamo dei momenti di catechesi e di condivisione - racconta ancora don Tumulo -, ai quali il gruppo non si sottrae mai, nonostante la fatica della giornata». Anzi, gli fa eco Emanuele, dell’équipe di supporto, che ha partecipato alla Gmg di Madrid e che ora vive questa come un servizio ai giovani, «la fatica serve proprio a rendere ancora più forti lo scambio e le relazioni che si creano in una Gmg».
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«Quando mi hanno proposto di venire alla Gmg ho detto subito di sì - dice Francesca, 19 anni, fresca di matura al Liceo Linguistico, la più giovane del gruppo, che è qui con la sorella, mentre un altro fratello sta viaggiando in autobus -. Non sapevo cosa fosse ma mi sono documentata, sono rimasta affascinata e ho capito che era un’occasione imperdibile, soprattutto di venirci in canoa».
Anche Damiano, 25 anni, da pochi mesi laureato in medicina, per la prima volta alla Gmg, ammette che «un'esperienza così crea legami profondi: ci sentiamo davvero una squadra. Il percorso che stiamo facendo sull'acqua - continua - ci sta facendo avvicinare non solo fisicamente alla Gmg, ma anche spiritualmente".