Chiesa

Gmg di Cracovia. Neocatecumenali, la «sfida» della predicazione

Sara Fornari sabato 6 agosto 2016

L’annuncio dell’amore che vince la morte e il peccato è risuonato di nuovo nel Campus Misericordiae di Cracovia all’indomani della Messa con papa Francesco, quando Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, ha dato voce alla chiamata urgente di annunciare il Vangelo in ogni angolo della terra. Una sfida attualissima lanciata ai 150mila giovani pervenuti dai cinque continenti, resa ancora più forte dal patrimonio lasciato da Carmen Hernández, scomparsa due settimane fa. «Una donna escatologica, che aveva lo sguardo fisso al cielo», ha sottolineato Kiko, facendo memoria del suo coraggio e della sua parola profetica. A renderla presente, uno stendardo portato sul palco dai giovani, con una grande foto delle co-iniziatrice del Cammino, nato nelle baracche di Madrid. 

Il clima intenso con cui l’assemblea ha ascoltato Argüello attesta che l’invito alla missione è andato a segno. Per 6mila tra ragazzi e ragazze questo ha significato rendersi disponibili alla vocazione al presbiterato e alla vita consacrata. Moltissime le coppie che si sono offerte per recarsi come apostoli nelle nazioni che Dio indicherà. «Questo incontro per me è emozionante, perché posso annunciarvi il kèrigma, il Vangelo: una notizia che quando viene annunciata, si realizza» aveva esordito Kiko, rilanciando il monito di papa Francesco contro la “divano-felicità”. Di fronte alle seduzioni dell’anticristo, alla tentazione che schiavizza l’uomo asservendolo a soddisfare il proprio io, la risposta è la predicazione. Non c’è malattia o morte che possa spaventarci se abbiamo la speranza della fede. «Convertitevi e credete alla buona notizia, Cristo vuole essere uno con voi, ha preparato un’avventura di nuova evangelizzazione – ha poi esortato –. Ciò che è iniziato 2mila anni fa con la Risurrezione, sta ancora accadendo, si realizza, è in atto, si può partecipare di questo evento», oggi «c’è bisogno di apostoli, perché le persone possano aderire all’annuncio del Vangelo, ricevere lo Spirito Santo e così il perdono dei peccati».L’incontro con l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale è stato il culmine di un itinerario di conversione e testimonianza, che ha portato i giovani a comunicare la loro gioia nelle piazze d’Europa. Tutti hanno meditato l’esortazione della I Lettera di San Giovanni a non amare le cose del mondo, che “passa con la sua concupiscenza”, mentre chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. Hanno attinto al messaggio di grandi santi nei loro luoghi di vita: Giovanni Paolo II, suor Faustina Kowalska, Massimiliano Kolbe, Edith Stein. Iniziato con la celebrazione penitenziale, il viaggio è stato scandito dall’Eucaristia, dalla preghiera dei Salmi. I giovani sono giunti dalle nazioni più lontane, persino da Papua Nuova Guinea e Kiribas (una piccola isola dell’Oceania), dall’Australia; da 36 nazioni d’Europa, tra cui 28mila italiani; 18mila dalle Americhe; molto significative, le piccole rappresentanze dall’Africa e dall’Asia: i 50 giunti dalla Turchia, i 20 dallo Sri Lanka, i 7 dal Pakistan. Contentissimi di incontrate il Papa i ragazzi del Medio Oriente, che sono passati per la Turchia a poche settimane dal fallito colpo di Stato. Nonostante le notizie allarmanti dei media, hanno potuto contemplare serenamente i luoghi dove la Chiesa ha trovato le radici della prima evangelizzazione nel confronto radicale con il mondo pagano. Tra loro 200 arabi cristiani da Israele, Palestina, Giordania, e un centinaio venuti dai Paesi del Golfo (Qatar, Bahrein, Dubai). Entusiasti i 130 fratelli dell’Iraq, tra cui più di 40 fratelli scappati al Daesh, dalle comunità nate nel 2014 nei campi profughi di Erbil, Zako, De’hok. Per loro un momento forte è stata la processione notturna ad Auschwitz, recitando il Rosario, che li ha riconciliati con la propria storia di persecuzione. Edificati dall’accoglienza dei polacchi, incoraggiati dall’esperienza di Chiesa universale, si son sentiti chiamati a rimanere in Iraq come testimoni, dove il cristianesimo è nato. Moltissime nel pellegrinaggio le storie di conversioni radicali e di perdono sincero.