Il rito. Calvosa, il vescovo della convivialità che guiderà Vallo della Lucania
«Caro don Vincenzo, sii artigiano delle differenze nella comunità ecclesiale senza spegnere mai lo Spirito! Un vescovo che si limita a credere nella Trinità senza viverla quotidianamente non praticherà mai quella che don Tonino Bello chiamava “convivialità delle differenze”. Il cammino di Gesù è sempre attuale per te, per me e per tutti noi confratelli vescovi che viviamo costantemente il rischio di perdere il contatto vivo col Signore e con i suoi “favoriti”». Affetto paterno e incoraggiamento nelle parole del vescovo di Cassano all’Jonio e vice-presidente della Cei, Francesco Savino, per il suo amico e ora vescovo Vincenzo Calvosa, cui papa Francesco ha affidato la diocesi di Vallo della Lucania. In migliaia ieri pomeriggio hanno affollato l’arena all’aperto di Villapiana, in provincia di Cosenza, per la consacrazione episcopale di Calvosa. A presiedere il rito monsignor Savino. Al suo fianco, come co-consacranti, l’amministratore apostolico di Vallo della Lucania nonché coadiutore della diocesi di Taranto, Ciro Miniero, e il vescovo di Locri Gerace, Francesco Oliva, che era vicario generale proprio a Cassano prima che il Pontefice lo chiamasse al servizio episcopale nella Chiesa particolare locrese.
Presenti molti vescovi e arcivescovi sia calabresi sia campani: Domenico Battaglia (Napoli), Fortunato Morrone (Reggio Calabria-Bova), Claudio Maniago (Catanzaro-Squillace), Giovanni Checchinato (Cosenza-Bisignano), Maurizio Aloise (Rossano Cariati), Stefano Rega (San Marco Argentano-Scalea), Donato Oliverio (Lungro), Angelo Spinillo (Aversa), Antonio De Luca (Teggiano Policastro), Antonio Di Donna (Acerra). Con loro gli emeriti Leonardo Bonanno e Luigi Renzo. Folta la rappresentanza istituzionale con amministratori, autorità civili e militari.
Al termine della celebrazione il neo vescovo, 59enne originario di Laino Borgo, entrato in Seminario a 22 anni dopo il diploma di ragioneria e alcune esperienze lavorative, ha parlato ai fedeli presenti nell’arena e ai popoli delle “sue” diocesi, richiamando la coincidenza con la solennità della Santissima Trinità. In apertura un pensiero ai genitori Benito e Vittoria, al fratello Agostino, alla sorella Pinella e al resto della famiglia. Al suo paese nativo, ad alcune vicissitudini di salute che ne hanno minacciato la vita quando era bambino. Poi i giorni a scuola e la vocazione che ha dovuto «lottare» con il «desiderio di sposarmi e avere bambini, di diventare un dirigente nel mondo del lavoro». Quindi il ricordo dei vescovi che ne hanno coltivato e incoraggiato la vocazione: da monsignor Francesco Pala ad Andrea Mugione, Domenico Graziani, Nunzio Galantino e Francesco Savino definito un «padre pieno di attenzione e di incoraggiamento», che lo ha sostenuto e consigliato «nei diversi momenti del ministero di parroco ed economo». Infine un richiamo al Papa che ha ringraziato «come figlio devoto». Quindi ha salutato la diocesi di Cassano che «porterò sempre nel cuore», aprendosi a quella di Vallo della Lucania cui ha dato appuntamento a sabato 24 giugno quando «farò l’ingresso ufficiale nella nostra Chiesa. Vi portò già nel mio cuore e credo che anche nel vostro mi avete già riservato un posto. Affido il mio ministero ai santi patroni Pantaleone e Costabile, in particolare alla protezione della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia», ha concluso il vescovo Vincenzo Calvosa con la voce rotta dall’emozione, salutando la folla festante che lo ha idealmente abbracciato con un lungo e applauso, anch’esso carico di emozione.