Mentre si chiude in Vaticano il quinto incontro del Consiglio di nove cardinali chiamati dal Papa ad aiutarlo nel governo della Chiesa universale e nel progetto di riforma della Curia romana, vengono annunciate altre tre sessioni di lavoro: dal 15 al 17 settembre, dal 9 all'11 dicembre e dal 9 all'11 febbraio 2015.
L'ha annunciato il direttore della Sala stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi spiegando che «aver previsto tre incontri vuol dire che il lavoro continua con ritmo e passo stabile, ma certo non è ancora concluso, ancora un certo tempo ce l'abbiamo» prima dei risultati finali del lavoro.
Padre Lombardi ha anche fatto notare che pesa sul passo dei lavori il fatto che i cardinali componenti il Consiglio vengano realmente da tutto il mondo: compongono infatti il "C9", com'è stato ribattezzato, l'italiano Giuseppe Bertello, il cileno Francisco Javier Errázuriz Ossa, l'indiano Oswald Gracias, il tedesco Reinhard Marx, il congolese Laurent Monsengwo Pasinya, l'americano Sean Patrick O'Malley, l'australiano George Pell e l'honduregno Andrés Rodríguez Maradiaga, che è anche coordinatore del gruppo, oltre il vescovo di Albano Marcello Semeraro, segretario della Commissione.
«Se c'è questa rappresentanza multicontinentale – ha spiegato Lombardi – si paga il prezzo che il lavoro non può avere ritmi stretti; può darsi che ci sia un aggiustamento naturale tra la problematica da affrontare, il ritmo che il gruppo riesce a sviluppare nel suo lavoro e il metodo che utilizza. Non che ci sia la sorpresa di grandi problemi che non fossero conosciuti, quanto un gruppo che non esisteva, che non aveva i suoi ritmi».
Sui temi affrontati nell’ultima giornata di lavori di questa sessione, padre Lombardi ha spiegato che «il punto interessante che è stato oggetto delle conversazioni è soprattutto il contributo e il ruolo dei laici, delle coppie di sposi e delle donne». Tuttavia, ha aggiunto, «al momento attuale non c'è nessuna decisione sulle forme dell' organismo, della struttura, perché si va avanti con approfondimenti che poi si inseriscono nel quadro più complessivo della riforma della Curia. Quindi non c'è attualmente una decisione che riguardi le forme del dicastero o dei dicasteri, su questi temi».
Il Consiglio di cardinali si è occupato in questi giorni di Segreteria di Stato, Governatorato, Congregazioni, Pontifici consigli, nunziature, nomine dei vescovi e Ior. Riferendo infine del clima nel quale si svolgono i lavori del C9 su un’agenda tanto folta quanto delicata, il portavoce vaticano ha parlato di «notevole soddisfazione» per la «libertà di espressione» e la «sincerità con cui si manifestano i pensieri da parte dei membri» sottolineando la «cordialità» e «il sincero apprezzamento reciproco».
Il Papa, che partecipa a tutte le riunioni del Consiglio, «si inserisce con naturalezza in questa dinamica di dialogo, interloquendo e favorendo la libertà di espressione e lo sviluppo del dialogo». Quelli di Papa Francesco comunque «non sono interventi di orientamento forte della conversazione. È chiaro che si tratta di un Consiglio che poi fa delle proposte, propone, e poi il Papa conserva tutta la sua autorità e libertà di decidere».