Saranno pubblicati martedì dalla Libreria editrice vaticana i testi delle meditazioni della Via Crucis che sarà presieduta al Colosseo dal Papa il Venerdì Santo. Le meditazioni - scritte dall'arcivescovo di Campobasso-Boiano, Giancarlo Bregantini - inviteranno a riflettere "sulla crisi economica e le sue gravi
conseguenze, sulle storie degli immigrati, sui mali che strappano
alla vita tanti giovani". Nelle riflessioni preparate da Bregantini - rende noto
Radio Vaticana - ci sono la disoccupazione, la speculazione finanziaria, i suicidi degli imprenditori, i drammi degli
immigrati, le ferite delle donne che subiscono violenze, i traumi dei
bambini abusati, il dolore di quelle madri che hanno perso i loro
figli nelle guerre, nel baratro della droga o nel gorgo dell'alcol.
Ma in Gesù che cade per tre volte lungo la strada verso il Golgota,
l'arcivescovo di Campobasso-Boiano fa intravedere anche la certezza
della speranza: dentro la prova, la preghiera intensa a Dio
alleggerisce ogni croce personale. E così da Cristo si apprende ad
accettare le fragilità, a non scoraggiarsi per ogni fallimento.
Invece, Simone di Cirene, l'uomo che ha aiutato il Figlio di Dio a
portare la croce, oggi ci dice che andare incontro all'altro, offrire
il proprio aiuto, genera fraternità, e fa scoprire Dio in ogni
essere umano.E ci sono anche le realtà drammatiche del Sud Italia: i bambini uccisi dai
tumori causati dagli incendi dei rifiuti tossici, le necessità
di quanti chiedono asilo, cercano una nuova patria ma trovano
porte chiuse. Gli ultimi della società odierna sono lì, nelle
diverse stazioni della Via della Croce, dove i patimenti di
Cristo ricordano quelli dei detenuti, in carceri sovraffollate
- con troppa burocrazia e una giustizia lenta - o in tetri
istituti penitenziari, dove a volte la tortura è ancora una
pratica.Ma c'è anche la Chiesa nella Passione di Gesù, ne è
simbolo la sua tunica rimasta intatta, che rimanda all'unità
da ritrovare, a quell'armonia da raggiungere con un "cammino
paziente, in una pace artigianale, costruita ogni giorno"
attraverso la fraternità, la riconciliazione e il perdono
reciproco. E se straziante ha percorso i secoli l'immagine di
Gesù deposto dalla croce tra le braccia di Maria, altro dice
quest'icona chiamata "Pietà": "la morte non spezza l'amore.
Perchè l'amore è più forte della morte. Chi è pronto a
sacrificare la sua vita per Cristo, la ritroverà.
Trasfigurata, oltre la morte".