Chiesa. Saranno beati don Ciceri, il prete dei ragazzi, e 127 martiri spagnoli
La Chiesa continua a dare frutti
Si arricchisce l’albo della santità della Chiesa, almeno quello ufficiale, con i nuovi decreti di cui il Papa ha autorizzato la promulgazione. Francesco lo ha fatto ricevendo in udienza lunedì Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi e che sarà creato cardinale nel Concistoro di sabato prossimo.
C’è il riconoscimento di un miracolo attribuito all’intercessione di un sacerdote dell’arcidiocesi di Milano, don Mario Ciceri, che diventerà quindi beato.
Nato l’8 settembre del 1900 a Veduggio, in Brianza, don Ciceri fu ordinato sacerdote nel 1924 e nominato coadiutore nella parrocchia di Sant’Antonino Martire a Brentana di Sulbiate, dove si dedicò in particolare ai giovani, alla gestione dell’Oratorio e alla cura dei malati. Conquistò l’affetto e la stima dei fedeli per la sua bontà e il suo zelo sacerdotale. Il 9 febbraio 1945 mentre andava in bicicletta fu investito da un biroccio: morì dopo due mesi di sofferenze il 4 aprile, a soli 44 anni, offrendo la vita per la fine della guerra, il ritorno a casa dei soldati e la conversione dei peccatori.
Il 16 settembre 1975, Raffaella Di Grigoli, una bambina di sette anni, venne ricoverata all’Ospedale “Valduce” di Como con diagnosi di dolicosigma, un’anomalia del colon caratterizzata da un abnorme allungamento. Il 2 ottobre fu sottoposta a intervento chirurgico, in cui le fu asportata una parte del colon. Il 7 ottobre la situazione della piccola peggiorò e ci fu un secondo intervento. Il 30 ottobre il parroco le amministrò la Cresima in articulo mortis.
La situazione sembrava irrecuperabile fino a un sorprendente miglioramento. Il 4 febbraio 1976 Raffaella fu dimessa dall’ospedale in buone condizioni. In seguito ebbe una crescita normale e nel 2005 è divenuta madre di una bambina sana. L’iniziativa di invocare l’aiuto di don Ciceri fu presa dalla zia materna di Raffaella, che organizzò una novena e informò delle condizioni della nipotina anche la sorella del sacerdote, che consegnò alla famiglia Di Grigoli un foulard appartenuto al fratello. La mamma di Raffaella lo pose più volte come reliquia sul corpo della figlia.
Nuovi beati saranno anche il sacerdote spagnolo Juan Elías Medina e 126 compagni riconosciuti martiri: preti diocesani, religiosi e laici uccisi in odio alla fede in Spagna, tra il 1936 e il 1939. Vanno ad aggiungersi all’elenco di cattolici martirizzati durante la guerra civile spagnola che lascia ammutoliti e sembra non avere fine.
«I servi di dio furono assassinati perché cattolici», scrive la Congregazione della cause dei santi, «alcuni erano impegnati in attività ecclesiastiche o erano membri di associazioni come l’Azione Cattolica o l’Adorazione Notturna del Santissimo Sacramento. La ferocia non colpì solo le persone, ma si riversò anche su oggetti sacri e luoghi di culto».
E «significativo fu l’atteggiamento mantenuto dalla maggior parte di loro durante la detenzione. La prigione diventò un luogo di preghiera e preparazione spirituale al martirio. I servi di Dio accettarono la condanna con serenità, pregando o perdonando i carnefici».
Cinque nuovi venerabili
Nei nuovi decreti vengono riconosciute anche le virtù eroiche di cinque servi di Dio che diventano venerabili. Si tratta di Fortunato Maria Farina (1881-1954), che fu vescovo di Troia e Foggia, personalità che lasciò un segno per la sua spiritualità e la sua carità specialmente durante la seconda guerra mondiale; Andrés Manjón y Manjón (1846-1923), sacerdote spagnolo, fondatore delle Scuole dell’Ave Maria; Alfonso Ugolini (1908-1999), che visse la gran parte della vita a Sassuolo, diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, fu sagrestano, entrò a far parte dell’Istituto secolare Servi della Chiesa, fondato da don Dino Torreggiani, e ricevette l’ordinazione sacerdotale all’età di 65 anni; Maria Francesca Ticchi (1887-1922), al secolo Clementina Adelaide Cesira, monaca delle Clarisse Cappuccine nel monastero di Mercatello sul Metauro (arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado), costruito sulla casa natale della mistica santa Veronica Giuliani; la padovana Maria Carola Cecchin, al secolo Fiorina (1877-1925), delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo; e Maria Francesca Giannetto (1902-1930), al secolo Carmela, religiosa messinese della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata.