12 ottobre. Tre anni fa Carlo Acutis beato: in suo nome una comunità per minori
Il beato Carlo Acutis
Tre anni fa veniva proclamato beato il giovane Carlo Acutis, ragazzo del XXI secolo, testimone “digitale” dal cuore aperto agli ultimi, voce profetica per i suoi tanti coetanei ai quali continua a chiedere di “essere originali, non fotocopie” nella vita.
In occasione del terzo anniversario della beatificazione in questi giorni la Fondazione Santuario della Spogliazione di Assisi – luogo in cui è sepolto Carlo Acutis – ha promosso numerose iniziative, che culmineranno con la Messa presieduta questa sera alle 18 dal vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.
La memoria di Acutis, che la liturgia celebra proprio oggi, il 12 ottobre, giorno della morte nel 2001 a 15 anni, resta viva tra moltissimi fedeli e la sua eredità è al centro di non poche iniziative, oltre che di libri e di pubblicazioni diffuse in tutto il mondo.
Oggi alle 17 a Cefalù, ad esempio, verrà inaugurata la Comunità alloggio «Carlo Acutis», la nuova struttura della Fondazione Regina Elena. La struttura dedicata al beato ospiterà minori da 6 a 12 anni privi temporaneamente di condizioni e ambienti familiari tutelanti o con disturbi del comportamento accompagnandoli verso il futuro con fiducia e positività, mediante progetti educativi dedicati si propone come un ambiente familiare in cui i minori ospiti si sentano protetti, accolti, compresi e stimolati, costruendo giorno per giorno un rapporto solidale e di fiducia significativo e improntato su relazioni affettive, educative, cognitive e di promozione sociale importanti.
Mentre è di recente arrivato sugli scaffali delle librerie il volume di padre Giorgio Maria Carbone, frate domenicano e teologo di vaglia, che ha realizzato un libro intervista con i genitori di Carlo, Andrea Acutis e Antonia Salzano, dal titolo «Trasmettere la fede. Alla scuola di nostro figlio Carlo Acutis» (Eds, pagine 192, euro 14).
Un testo uscito in prossimità della memoria liturgica odierna e che si va ad aggiungere a una bibliografia ormai copiosa su Carlo Acutis, cercando di illuminare sempre meglio i dettagli di una vita tanto breve quanto luminosa. «C’è qualche aspetto del carattere e della personalità di Carlo che lo disponeva con facilità a educare alla fede?», è una delle domande. «Sicuramente il fatto che fosse sempre propositivo nel bene – risponde Antonia Salzano, con parole che invitano a riflettere su quale fortezza la grazia è capace di infondere nel cuore di un adolescente – si manteneva sempre originale a quel progetto unico ed irripetibile che Dio sin dall’eternità ha pensato per ognuno di noi.
Lui stesso coniò la frase: “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Ma queste possono essere osservazioni molto benevole dei genitori. I fatti parlano molto chiaro. Penso al modo con cui reagì quando, dopo i primi esami, ascoltò la diagnosi del primario della Clinica De Marchi: “Carlo è stato colpito, senza possibilità di dubbio, da una leucemia di tipo M3 o leucemia promielocita”. Senza troppi giri di parole ci spiegò che è una malattia silente, senza segni precursori, che provoca una velocissima proliferazione delle cellule tumorali. Quando il primario ci lasciò soli, Carlo rimase sereno, fece un gran sorriso e ci disse: “Il Signore mi ha dato una sveglia!”. Anche in questo frangente così drammatico Carlo manifestava il suo atteggiamento di fondo: la capacità di guardare in positivo e con serenità sempre e comunque. Il suo sorriso illuminò la nostra ora più buia. Non ebbe parole che rivelassero preoccupazione, ansia o angoscia. Si consegnò fiducioso nelle braccia di Colui che ha vinto la morte – concludono i genitori di Acutis –, si affidò a Dio e per questo sorrise in modo composto».