Veneto. La beata «Mamma Rosa» patrona dei Terziari francescani
L'omaggio del Vicentino alla “beata Mamma Rosa”, al secolo Eurosia Fabris Barban
È conosciuta soprattutto con l’appellativo di “beata Mamma Rosa”. Eurosia Fabris Barban è la prima madre di famiglia, catechista e terziaria francescana proclamata beata da Benedetto XVI nel 2005. E adesso sarà la patrona dei Terziari francescani del Veneto, ossia della terra che le ha dato i natali. La dichiarazione con cui il nome di “Mamma Rosa” verrà d’ora in avanti legato a quello dell’Ordine francescano secolare della sua regione avverrà domenica 14 maggio, festa di san Mattia Apostolo, durante la solenne celebrazione eucaristica delle 11.30 nella parrocchia-santuario “Beata Mamma Rosa” a lei dedicato a
Marola nella diocesi di Vicenza. A leggere l’atto ufficiale sarà la ministra regionale dell’Ordine, Marina Mazzego, insieme con gli assistenti regionali dell’Ordine francescano secolare, il frate minore padre Fabio Maria Spiller, il conventuale padre Antonio Guizzo, e il cappuccino padre Silvano Galuppi.
Eurosia Fabris nasce a Quinto Vicentino il 27 settembre 1866. Cresciuta in un contesto agricolo, può frequentare soltanto due anni di scuola. In parrocchia si dedica alla catechesi a testimonianza della sua «grande fede in Dio», scrive il cappuccino padre Gianluigi Pasquale. Nel 1886 sposa con un matrimonio eroico il vedovo Carlo Barban, avendo scelto di essere la mamma delle due bambine portate in dote dal marito. Darà alla luce nove figli. Tre le dimensioni al centro della sua vita: la famiglia, la catechesi e la carità. «Rosina – racconta il francescano – sente la vocazione di essere mamma anche oltre la sua famiglia. Durante la prima guerra mondiale accoglie in affido tre bambini, dato che il papà è al fronte. Spesso aiuta o visita ammalati e bisognosi». Padre Gianluigi Pasquale parla di un’«umile fanciulla della diocesi di Vicenza» che è diventata una «perla». Dopo la beatificazione nel 2005, la sua figura viene scelta dalla Conferenza episcopale del Triveneto – su proposta dell’allora patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola – come beata la cui foto è inserita nella carrellata di Beati e santi esposti nell’Arena di Verona per il Convegno ecclesiale nazionale del 2006. Nel 2009 l’allora arcivescovo di Vicenza, Cesare Nosiglia, la dichiara patrona dei catechisti della diocesi berica e nel 2014 il suo successore, l’attuale vescovo Beniamino Pizziol, eleva la chiesa parrocchiale di Marola, dove sono conservate le spoglie, al rango di santuario diocesano essendo in continuo aumento il numero di pellegrinaggi provenienti dall’Italia e dall’estero. Tra i pellegrini figurano anche cardinali e vescovi.
Il programma della giornata di domenica prevede alle 9.30 l’incontro dei pellegrini al “Palalago” di Marola, in provincia di Vicenza. Alle 10 è prevista una presentazione-testimonianza sulla beata a cura di Luigi Dal Lago; alle 11.30 si svolgerà la celebrazione eucaristica della fraternità regionale al “Palalago” di Marola; dopo il pranzo, alle 14.30 si terrà la processione al santuario “Beata Mamma Rosa” dove sono conservate le sue spoglie.