Cei. Monsignor Baturi: "Dialogo con il governo per contenere la povertà"
La conferenza stampa del segretario generale della Cei monsignor Baturi
Dialogo a tutto campo con il governo, ma senza canali privilegiati. Appello a esercitare il diritto di voto, anche alle prossime regionali, perché una democrazia poco partecipata è più vulnerabile. Lotta a mafia con la repressione, ma serve anche l’educazione preventiva. E quanto alla giustizia riparativa, sia fatta nel rispetto delle vittime. Sono alcune delle principali questioni toccate dal segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi, nel corso della conferenza stampa in cui ha presentato il comunicato dei lavori del Consiglio permanente, sessione invernale, terminato oggi, mercoledì 25 gennaio.
“Con il governo la Cei tiene e terrà un dialogo a tutto campo", ha detto l’arcivescovo di Cagliari, ma "non ci sono canali privilegiati". "Da parte nostra - ha aggiunto - c'è disponibilità al dialogo a tutto campo". Al momento sono aperti "diversi tavoli", ad esempio "sulla povertà per individuare misure di contenimento, sul tema dello sviluppo e dell'educazione. La scuola è tema che la Chiesa ha sempre avuto a cuore", ha ricordato. E quanto a strumenti come il reddito di cittadinanza, occorre "legare questa misura allo sviluppo e al lavoro". I vescovi e la Caritas hanno sempre sottolineato la "necessità di un aiuto concreto alle fasce della popolazione che più hanno bisogno", ha detto Baturi, ma facendo in modo che non sia solo "assistenza ma una misura capace anche di creare lavoro".
Il tema della democrazia in Italia è sempre al centro dell’attenzione. Non caso ad esso sarà dedicata la Settimana sociale in programma a luglio del 2024 a Trieste. Ma per rafforzare la democrazia bisogna andare a votare. Il segretario della Cei ha auspicato che alle elezioni regionali ci possa essere una inversione di tendenza rispetto alle politiche. "Siamo di fronte ad una mancanza di fiducia su cui interrogarci - ha osservato -. Una democrazia poco partecipata è più vulnerabile. Ci auguriamo dunque ci sia un trend inverso, e più responsabilità comune". Quanto all’antipolitica, se sia finita o meno, è necessario farsi “un esame di coscienza, tutti, altrimenti perché poi lamentarci? Si tratta di trasformare il disagio in volontà di costruire. Per costruire ci vuole fiducia". In sostanza passare dalla contestazione alla costruzione.
Rispondendo poi a una domanda sull’arresto di Matteo Messina Denaro, Baturi ha espresso il suo plauso. "Non può che essere un motivo di soddisfazione verso le forze dell'ordine e la magistratura". Ma questo “non è sufficiente se non c'è un'educazione forte verso i giovani. Io vengo dalla Sicilia e so bene che a questa azione di repressione, che deve accentuarsi sempre di più, deve corrispondere un'azione educativa che possa riguardare i ragazzi, chi cerca un lavoro”. Il tema della repressione è connesso al tema dell'educazione", ha detto l'arcivescovo di Cagliari, sottolineando anche il tema della "giustizia riparativa”. Che significa “la possibilità, o almeno la speranza, di un cambiamento, di una riabilitazione". “Questo deve avvenire per chiunque, ma con la salvaguardia della sicurezza pubblica e mai in modo tale da offendere le vittime". Inoltre "la giustizia riparativa conta anche sulla disponibilità dell'interlocutore a fare questi percorsi. La pietà, nel senso di un atteggiamento di amore verso tutti, è in termini cristiani. Se questo si debba tradurre in atti normativi e amministrativi, diciamo che è possibile solo a certe condizioni".