Chiesa

Roma. Cittadinanza, Baturi: la Cei per una «visione larga, sì allo ius scholae»

Gianni Cardinale mercoledì 25 settembre 2024

Monsignor Baturi, segretario generale della Cei, nella conferenza stampa di chiusura del Consiglio permanente della Cei

La Conferenza episcopale italiana è favorevole - e non da oggi - allo ius scholae, e auspica, anche in occasione del Giubileo, l’adozione di misure alternative al carcere e provvedimenti di clemenza. Inoltre riafferma, alla luce degli episodi di violenza registrati in ambito familiare l’urgenza della questione educativa. Lo ha ribadito il segretario generale della Cei, l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, incontrando oggi pomeriggio i giornalisti al termine della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente.

IL COMUNICATO FINALE

«Da tempo la Cei chiede una visione larga della cittadinanza, utile anche per evitare mortificazioni improprie della dignità delle persone. E’ auspicabile che il tema della cittadinanza venga impostato in termini più larghi, ci sono diversi pronunciamenti a favore dello ius scholae», ha ricordato monsignor Giuseppe Baturi. Richiesto del referendum in materia, la cui proposta ha raggiunto martedì le 500mila firme utili alla presentazione del quesito in Cassazione, il presule ha aggiunto: «non abbiamo parlato, ma da tempo la Cei - con la presidenza dei cardinali Bagnasco, Bassetti e Zuppi - ha assunto un orientamento favorevole allo ius scholae, che dà la possibilità di integrare nella pienezza dei loro diritti coloro che condividono i nostri valori».

In merito all’emergenza carceri il segretario generale della Cei ha auspicato «l’adozione più larga possibile delle misure alternative e di tutti i provvedimenti di clemenza che anche il Giubileo deve comportare e che in altri momenti sono stati adottati e poi l’assunzione di una politica di dignità dell’uomo che significa anche permettere ai volontari di entrare in carcere, di trasformare il carcere in una sorta di casa aperta e accogliente in cui i muri si abbassano». «Non possiamo rassegnarci - aggiunge sollecitato anche sui numeri dei suicidi negli istituti penitenziari italiani - questo deve essere anche un impegno della società, di saper guardare dentro a quelle realtà».

Commentando la strage consumatasi ieri a Nuoro e più in generale le violenze in famiglia, l’arcivescovo di Cagliari ha osservato che «sono tragedie che lasciano veramente senza parole tanto più che accadono in contesti vocati alla fiducia, all’amore reciproco, la questione educativa è la questione di imparare ad amare cioè imparare ad accogliere l’altro, a rispettare l’altro, a far compagnia all’altro». La questione educativa insomma «si pone in termini già detti dal Vaticano II, è necessario guardare ai giovani e al futuro trasmettendo ragioni di vita e di speranza perché i giovani che commettono questi crimini è come se non avessero il futuro davanti a sé, come se non avessero una ragione per percorrere anche strade difficili». «È un problema sociale - ha aggiunto - non si tratta soltanto del destino dei singoli ma una società che non sa trasmettere i valori della convivenza nel luogo più elementare che è la famiglia, è una società che va in crisi».

Nel corso della conferenza stampa Baturi ha ribadito l’impegno della Chiesa italiana per la pace: «Diffondere una cultura che non si rassegni alla guerra». «Le notizie della guerra - ha osservato il presule - hanno fatto elevare una preghiera per la pace che tocchi i cuori dei potenti per garantire la giustizia, la libertà e la pacifica convivenza». E all’insegna della preghiera, anche della preghiera per la pace, che la Chiesa italiana vivrà anche la prima Assemblea sinodale, in programma nella basilica di San Paolo fuori le mura dal 15 al 17 novembre.

Riguardo questa Assemblea sinodale il sotto-segretario monsignor Valentino Bulgarelli ha offerto alcune informazioni. Il Consiglio permanente ha approvato i Lineamenti, frutto di tre anni di riflessione. Ai lavori parteciperanno 1.100 persone, di cui 900 delegazioni delle 226 Chiese locali composte sulla base numerica delle diocesi rispetto agli abitanti, cui vanno aggiunte le 100 persone che compongono il Comitato ed altri invitati. Sono stati invitati tutti i vescovi.

Interpellato sulla proposta del cardinale presidente Matteo Zuppi di una “Camaldoli per l’Europa”, Baturi ha spiegato che su questa intuizione «occorre avviare un dibattito il più ampio possibile, con la convergenza dei cattolici e di altri pensatori, come si è fatto con la proposta del cardinale Bassetti sul Mediterraneo».

Baturi infine ha annunciato che il Consiglio Permamente ha approvato anche le linee guida della riforma degli Uffici e Servizi Cei, riforma che vedrà la luce entro un anno.