Chiesa

Natale. Niente pellegrini, ma ora è la basilica di Betlemme a venire a casa nostra

martedì 15 dicembre 2020

I mosaici restaurati nella Basilica della Natività

C’è qualcosa che può suscitare meraviglia più del fatto che Dio si sia fatto uomo per diventare compagno di strada dell’esistenza di ogni persona? Il luogo che più di ogni altro fa memoria dell’Incarnazione è la Basilica della Natività a Betlemme. Un luogo che in tempi ordinari è visitato ogni giorno da migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, ma che in questo tempo straordinario offuscato dagli effetti della pandemia rimane vuoto.

Niente pellegrini a Betlemme, ma c’è un’interessante possibilità di ammirare i tesori d’arte e di fede conservati nella basilica: la offre la mostra «Betlehem Reborn. I tesori della Natività», promossa dall’ambasciata di Palestina presso la Santa Sede e dal Meeting per l’amicizia tra i popoli, che nel mese di agosto l’ha inaugurata e ospitata.

Ora la mostra è fruibile gratuitamente online (anche su Vimeo), e il 21 dicembre verrà presentata dai curatori durante un incontro promosso dal Circolo Feltre Milano sulla piattaforma Zoom (link:https://us02web.zoom.us/j/86048208366, ID 860 4820 8366).

La gigantesca opera di restauro iniziata dieci anni fa e ormai giunta quasi a compimento è nata per iniziativa dell’Autorità Nazionale Palestinese in accordo con le tre comunità cristiane (cattolica, ortodossa e armena) che gestiscono la basilica.

Con l’ausilio di immagini e video di grande qualità, la mostra accompagna il visitatore a ripercorrerne la storia: dall’epoca dei primi cristiani che veneravano una semplice grotta, all’età degli imperatori bizantini che costruirono imponenti basiliche, poi fortificate e decorate dai cavalieri che fondarono il Regno Crociato di Gerusalemme, il percorso espositivo arriva fino ai giorni nostri, attraversando secoli di abbandono e degrado che avevano messo in serio pericolo l’edificio. Tra i gioielli tornati alla luce nella parte musiva, un angelo realizzato accanto ad altri sei già visibili e rimasto coperto dagli intonaci per cinque secoli.

Papa Francesco ha evocato il 'settimo angelo' durante un’udienza del 16 giugno 2016 ai partecipanti all’Assemblea della Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali (Roaco), con parole che esprimono l’attualità dei tesori conservati nella basilica: «Mi è stato riferito che proprionel corso dei restauri a Betlemme, su una parete della navata, è venuto alla luce un settimo angelo in mosaico che, insieme agli altri sei, forma una sorta di processione verso il luogo che commemora il mistero della nascita del Verbo fatto carne. Questo fatto ci fa pensare che anche il volto delle nostre comunità ecclesiali può essere coperto da 'incrostazioni' dovute ai diversi problemi e ai peccati. Eppure la vostra opera deve essere sempre guidata dalla certezza che sotto le incrostazioni materiali e morali, anche sotto le lacrime e il sangue provocati dalla guerra, dalla violenza e dalla persecuzione, sotto questo strato che sembra impenetrabile c’è un volto luminoso come quello dell’angelo del mosaico».

Anche se il flagello del Covid ha azzerato i flussi di turisti e pellegrini – mettendo in ginocchio l’economia di Betlemme e provocando la perdita di settantamila posti di lavoro –, la mostra rende accessibili a distanza le 'meraviglie' della Natività e proporre un percorso di immedesimazione che aiuta a rivivere il mistero dell’Incarnazione. In attesa di tempi migliori, quando sarà possibile tornare ad ammirarla fisicamente, possiamo portare Betlemme a casa nostra.