Il messaggio. Bartolomeo I: con Francesco difendiamo unanimi la casa comune
«Ricordare il cinquantesimo della Giornata Mondiale della Terra, in questi giorni della pandemia mondiale, che ha messo l’intero pianeta ‘a riposo’, deve farci riflettere su quanto abbiamo promesso e non mantenuto durante questo mezzo secolo». Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I non ha mancato di lanciare il suo messaggio in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Earth Day, nel tempo in cui l’umanità è messa al bivio da uno «sconosciuto virus» e la pandemia ha messo a nudo la fragilità della terra. In gioco c’è il presente e il futuro del «pianeta azzurro», «casa di ogni essere vivente e non solo dell’uomo», la cui «arrogante ambizione» – ha scritto nel messaggio – ha rovinato questa casa per motivi di interesse, «dimenticando la giustizia, l’amore vicendevole, l’aiuto verso i più poveri e sfortunati, il rispetto reciproco, la sete della presenza di Dio».
E ora che «l’intera umanità si è accorta della sua fragilità, dell’importanza dei rapporti interpersonali», Bartolomeo I si chiede se questa esperienza rinnoverà le relazioni sociali e renderà gli esseri umani «pacifici e rispettosi», custodi della «casa che Dio ci ha dato». Perché questa non può che essere una «scelta di tutti noi assieme». L’impegno pionieristico e pluridecennale nella difesa del creato hanno fatto del Patriarca ecumenico di Costantinopoli un modello e un punto di rifermento imprescindibile in ambito cristiano.
Nella Laudato sì papa Francesco ha dato solenne risalto alla sua azione e alla sua riflessione, che richiama l’attenzione sulle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali: «Il patriarca Bartolomeo si è riferito particolarmente alla necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta – ha evidenziato il Papa – invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione… Bartolomeo ha richiamato l’attenzione sulle radici che ci invitano a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dell’essere umano, perché altrimenti affronteremo soltanto i sintomi. Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere».
Attingendo dalla grande tradizione patristica e liturgica della Chiesa orientale il Patriarca considera l’ambiente come oikos, dimora di tutte le creature viventi e l’intera creazione come hoinonia, comunicazione di vita, di cui l’uomo è parte e da cui non può in alcun modo separarsi senza morire. Da qui la richiesta di una profonda metanoia, una conversione. Il patriarca ecumenico di Costantinopoli usa lo stesso linguaggio di Francesco sulla creazione, la quale, secondo la volontà originaria di Dio, non è un deposito di beni di consumo da depredare e sfruttare, ma un giardino da coltivare e da custodire.
In questa giornata nata per sensibilizzare sul disastro ecologico, Bartolomeo I si dichiara dunque «in sintonia» con il messaggio di papa Francesco contenuto nella sua enciclica. «Mano per mano come fratelli – scrive nel messaggio – gridiamo alla intera umanità di fermarsi, di accogliere il grido di dolore che sorge dalla natura ferita, da questa nostra casa comune, dentro la quale siamo divenuti tiranni e non operatori di pace e suoi buoni economi».