Una «società che non investa energie economiche e umane nella scuola, nella formazione e nell’innovazione, finisce per subordinare l’uomo al lavoro e al denaro». E proprio per questo «riconoscere davvero alla famiglia la libertà di scelta in campo educativo» diventa quanto mai urgente e indifferibile, perché è qui che si gioca il futuro non soltanto delle giovani generazioni, ma soprattutto quello del Paese. E in questa emergenza educativa «la Chiesa è per la scuola, perché è interessata a una formazione integrale e armonica dell’individuo». Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, coglie l’occasione dell’apertura, ieri a Roma, del «Laboratorio nazionale» sul tema dell’educazione e della scuola, per tornare a ribadire l’impegno dei vescovi «per la scuola». Una scuola senza aggettivi, bensì l’intero sistema formativo: dalla scuola materna alla formazione professionale, passando per primaria, media e superiori. Ma soprattutto «l’intero sistema», perché «il tema dell’educazione acquisisce oggi un’importanza decisiva, tanto maggiore quanto più è in continua evoluzione il contesto sociale ed economico nel quale siamo inseriti». E i giovani, «anche senza saperlo esprimere, chiedono di essere accompagnati e di avere davanti a sé esempi credibili e autorevoli». Poco prima, il vescovo di Piacenza-Bobbio Gianni Ambrosio, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università (che assieme a quella per la famiglia ha dato avvio a questo cammino), aveva sottolineato come «questo laboratorio intende essere il primo passo per sensibilizzare e mobilitare tutti i soggetti presenti nella scuola perché il tema torni davvero al centro dell’agenda di questo Paese».Davanti a una «scuola che sembra sempre più un supermarket», ha proseguito il cardinale Bagnasco, occorre chiedere «più sostegno alle Istituzioni», le quali, però, hanno in questi ultimi tempi intrapreso una strada differente con «tagli al personale e ai fondi stanziati per le attività e la strumentazione». E sono le famiglie le prime a dover sollevare la propria voce. Proprio loro, a cui la Costituzione «riconosce il dovere e il diritti di educare e istruire i figli secondo una linea educativa liberamente scelta». In questo contesto, ovviamente, si inserisce anche il capitolo relativo alla parità scolastica non ancora pienamente attuata e che di fatto limita questo diritto delle famiglie. Un diritto riconosciuto e sostenuto anche con una risoluzione del Parlamento Europeo del 1984, anche se, commenta il presidente della Cei, «in questo campo i richiami della Ue al nostro Paese non trovano l’attenzione che ben altri richiami ottengono». Ma l’intervento del cardinale Bagnasco che ha aperto i lavori della «due giorni» del Laboratorio nazionale, è stato l’occasione per riportare al centro «tutta la scuola», a cui è urgente riconoscere una reale autonomia. Perché a soffrire è «l’intera scuola», nella quale si assiste a una «più faticosa comunicazione tra educandi ed educatori, oltre a un rapporto più difficoltoso e frammentario con le famiglie, primo soggetto della formazione dei figli.Fondamentale è il rapporto tra famiglia e scuola», che deve «estendersi anche all’intera società». In gioco vi è la «trasmissione non solo dei saperi, ma anche dei valori e della memoria tra una generazione all’altra». Passaggio oggi in pericolo, complice una famiglia «spesso smarrita di fronte alle nuove sfide e meno attrezzata ad assumersi vere responsabilità educative» e una scuola che «senza mezzi adeguati è chiamata a svolgere un ruolo di supplenza e di sostegno nei confronti della famiglia». E là dove le famiglie desiderano vivere pienamente questo loro diritto, lo Stato è chiamato a sostenerlo anche economicamente, perché «è in gioco la libertà di scelta dei genitori circa l’educazione dei propri figli: straordinaria e affascinante avventura». Una riflessione, quella avviata con il Laboratorio nazionale, che riunisce per due giorni nella Capitale alcune centinaia di rappresentanti di tutte le associazioni e realtà cattoliche presenti nella scuola statale e paritaria, che oggi è chiamata a fornire alcune linee per il cammino futuro.