"Auspichiamo tutti con molta fiducia e insistenza che il nuovo governo possa veramente affrontare in modo efficace la gravissima situazione economica e lavorativa, che grava sulla gente. Questo è il nostro auspicio". Così il presidente della Cei, cardinale
Angelo Bagnasco, alla vigilia del 1 Maggio, Festa del Lavoro, a margine di una Messa per il precetto pasquale celebrata presso la banca Carige, a Genova."Per questo pregheremo e per questo - ha aggiunto il porporato - ognuno porterà il proprio contributo, al proprio livello. C'è veramente bisogno di uscire da questa situazione di stallo pesante, che grava su tante famiglie e sui giovani in modo particolare che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro. Bisogna comunque - ha concluso - avere fiducia e collaborazione".Dal canto suo il cardinale di Napoli,
Crescenzio Sepe, nella Messa celebrata al porto ha detto: "Gridiamo oggi in maniera chiara e forte: non più mancanza di lavoro, che drammaticamente affligge la nostra società e mina nelle fondamenta la famiglia. Mi domando, ma forse ce lo domandiamo tutti - ha sottolineato il cardinale - se ha senso celebrare la festa del lavoro in un'epoca in cui, purtroppo, il lavoro non c'è, scarseggia e va finendo, mentre le prospettive di un trend diverso sono legate soltanto alla speranza?"."Questi interrogativi dobbiamo porli - ha chiarito Sepe - per sentirci tutti impegnati a determinare il cambiamento, nonché per richiamare la responsabilità della politica e dei governanti rispetto al dovere primario di dare risposte, mettendo in campo idee, misure e progetti che creino e promuovano condizioni e opportunità di lavoro". Infatti, ha sottolineato il porporato, "come cristiani e uomini di buona volontà dobbiamo sentirci impegnati a realizzare un tempo nuovo, caratterizzato da un sostanziale cambiamento deirapporti umani"."Restituiamo la dignità al Paese creando lavoro per tutti": è l'appello, alla vigilia del Primo Maggio, di monsignor
Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Cei per il lavoro, Giustizia, Pace e Custodia del Creato nonché arcivescovo di Campobasso-Bojano. Parole che sollecitano il mondo politico-istituzionale a "sanare la piaga sociale della mancanza di lavoro". "Il lavoratore - sottolinea Bregantini nel messaggio - ha bisogno di stabilità e di essere tutelato nei suoi diritti fondamentali come quello di garantire alla famiglia il necessario per vivere". La premura pastorale di Bregantini, prosegue la nota della Curia di Campobasso, si esplica interamente verso i giovani che vanno accompagnati e inseriti nel mondo del lavoro per permettere alla società di crescere anche grazie al loro talento e contributo creativo. "La politica faccia strada a uno sviluppo concreto - conclude Bregantini - e recuperi la sua credibilità".