Chiesa

CHIESA E LAVORO. L'appello di Bagnasco alla responsabilità: «Capaci di progetti nuovi»

lunedì 20 giugno 2011
L'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ieri ha affidato alla Madonna le "preoccupazioni" e le "speranze" che riguardano il mondo del lavoro, posando uno sguardo sulle numerose realtà produttive del capoluogo ligure che, in questo momento, stanno vivendo momenti di difficoltà e di crisi: Fincantieri, Tirrenia, Elsag, Selex Communication "e la lista - ha detto il cardinale - si potrebbe fare lunga". Nell'omelia che ha pronunciato in occasione del tradizionale pellegrinaggio del mondo del lavoro al Santuario della Guardia, il cardinale ha affermato che "il problema dell'occupazione non è calato ma, semmai, accresciuto" e che "i timori per il futuro non sono ingiustificati". Ha poi ricordato che "la Chiesa genovese", attraverso l'opera dei Cappellani del lavoro e delle parrocchie, "continua ad essere vicina ai lavoratori, a tutti i livelli, con sincera simpatia e rispetto, consapevole del ruolo fondamentale del lavoro per la realizzazione della persona e per il suo progetto di vita, per la famiglia". La Chiesa, infatti, "è convinta che, se la famiglia fondata sul matrimonio è la cellula vitale della società, il lavoro dignitoso e certo è un'ulteriore elemento per la serenità e la stabilità di ogni individuo e quindi condizione perché ognuno possa partecipare alla casa comune".Il card. Bagnasco ha quindi esortato tutti quanti, a tutti i livelli, a parlare ed agire ad "una sola voce", a "fare squadra". Serve "responsabilità", ha proseguito l'arcivescovo, è necessaria la "capacità di leggere la realtà, di fare proposte sensate, di creare relazioni, di fare squadra, perché la Città possa guardare al futuro". E, ha sottolineato che parlare di "Città vuol dire fondamentalmente persone e famiglie". La via indicata per superare la crisi è quella di "non accontentarsi di risultati immediati", perché "è necessario progettare guardando il più possibile lontano con realismo, coraggio e fiducia". "Urge guardare non solo un punto ma l'insieme", ha ammonito. E questo "non significa perdere di vista i singoli aspetti, ma inquadrarli nella complessità dei problemi, delle risorse e delle prospettive da realizzare" perché, "se da una parte guardare le cose in modo settoriale significa cadere in soluzioni di breve respiro, dall'altra, in nome dell'insieme, si rischia di sottovalutare i problemi particolari". Serve, ha ribadito ancora una volta, "una visione unitaria dei problemi, delle priorità, delle direzioni di marcia, dei tempi". E le priorità sono almeno due: le infrastrutture e la destinazione delle aree cittadine ad attività produttive. Sulle infrastrutture, ha affermato: "Mi sembra ormai sempre più chiaro per la Città che le infrastrutture sono lo snodo del suo futuro. La priorità è dunque assoluta, e le condizioni di realizzazione sono a portata di mano: lasciarsele sfuggire sarebbe imperdonabile e tutti dobbiamo fare la nostra parte. La bellezza di Genova non può diventare la sua condanna".In merito alle aree produttive nel tessuto urbano ha ricordato prima di tutto i cantieri navali. "Penso - ha affermato - alla Fincantieri, con le prospettive logistiche da ampliare, l'arricchimento dei bacini, necessario per il doveroso sviluppo, ma prima ancora per il mantenimento dell'attività specifica, e le aree che esistono, sono realtà di importanza vitale". "Ci auguriamo – ha detto – che la Città intera guardi a quest'ora non con distacco o sonnolenza, ma con grande passione come una sentinella vigile e operosa, di fronte a rischi presenti o a speranze future, anche accogliendo con riconoscenza nuovi insediamenti produttivi che creano lavoro". Altrimenti, il rischio è di "affondare tutti". Il porporato ha quindi rinnovato il proprio appello alla responsabilità ed alla buona volontà. "La situazione del lavoro nella nostra città - ha detto ancora Bagnasco - soffre di non poche incertezze. Qui si misura chi noi siamo, non solo in termini di responsabilità, ma anche di capacità. Non parlo solo delle capacità professionali ma della capacità di leggere la realtà, di fare proposte sensate, di creare relazioni virtuose, perché si possa guardare al futuro. Per questo è necessaria una pianificazione decisa e saggia ma anche una conversione da parte di tutti" perché "i legittimi interessi di tutti non devono dimenticare il bene comune".Al pellegrinaggio erano presenti oltre un migliaio di persone. Numerosi i lavoratori, sindacalisti, associazioni ecclesiali, società operaie cattoliche, società di mutuo soccorso, pubbliche assistenze. Presenti anche i rappresentanti delle istituzioni e di categoria, tra i quali una delegazione di Fincantieri e di Tirrenia. E, proprio ieri, otto operai della Fincantieri hanno portato in spalla l'arca in occasione della processione diocesana del Corpus Domini. Un modo, hanno spiegato, per "dimostrare la nostra gratitudine alla Chiesa che ci è stata vicino in questo momento così difficile per noi e per le nostre famiglie".