"Invito le famiglie italiane a resistere in questo momento di difficoltà economiche. La Chiesa è vicina a loro: l'anno scorso in tutta Italia abbiamo distribuito 6 milioni di pasti. Purtroppo questo è un pessimo
segno, ma un bel segno di vicinanza. Le famiglie devono fare
voce più unica perché le politiche sociali siano davvero più
concrete ed efficaci". Lo ha detto il presidente della Cei,
cardinale Angelo Bagnasco, a margine del Festival della famiglia
a Riva del Garda.
Nel suo discorso il porporato ha spiegato come felicità e crescita dell’uomo vadano di pari passo: “Senza una maturazione piena, complessiva e armonica l’uomo resta incompiuto; questo sviluppo armonico della persona è presupposto, premessa di felicità vera. Felicità che è frutto di sacrificio, di un progetto di vita, perseguito con determinazione e pazienza – ha spiegato il presidente della Conferenza episcopale italiana -. Educare significa offrire ideali e mostrarne la bellezza, suscitare il desiderio di essere migliori”. Ma educazione vuol dire anche guardare negli occhi: “Lo sguardo educativo è quello che fa sentire l’altro visibile, prezioso, meritevole di un’attenzione tenera ed esigente”. Per il cardinale, “la prima domanda che l’educatore deve porsi non è che cosa posso fare, ma è chi sono io, perché chi educa prima di fare deve essere”, l’educatore deve modellare le sue proposte sulle persone affidategli, ovvero è necessaria quella che il cardinale Bagnasco ha chiamato “l’intelligenza del cuore”. Il cardinale Bagnasco ha, infine, messo in luce il pericolo dell’impersonalità e dell’omologazione, concludendo: “Per essere padri e madri non basta saper generare, è necessaria stabilità interiore, bisogna essere radicati in sé stessi, è su questo che si fonda la famiglia”, istituzione che va protetta perché “dalla salute della famiglia dipende quella della società, la famiglie vanno poste al centro dello sviluppo economico attraverso politiche di sostegno”.