“Con rispetto e forte convinzione, consapevoli del nostro dovere di Pastori, chiediamo ai responsabili della cosa pubblica di pensare al lavoro e all’occupazione prima di ogni altra cosa”. Con queste parole, abbiamo aperto la sessione del Consiglio Episcopale Permanente dello scorso gennaio.
La crisi economica perdura, anche se in sede europea vi sono segnali giudicati positivi e promettenti. Anche la notizia dell’approvazione da parte della Commissione Europea della Legge di stabilità è un segnale incoraggiante e, nel contempo, un monito per la concreta attuazione delle riforme.
Condividiamo la speranza di tutti, mentre tocchiamo con mano quotidianamente come il disagio continui a tormentare moltissime famiglie che, da tempo, non arrivano a fine mese. I nostri giovani e i meno giovani conoscono l’amara esperienza di sentirsi inutili e destabilizzati, perché privi di un’occupazione e di una prospettiva sicura. Molte nostre imprese – la cui vitalità è decisiva per restituire competitività al Paese – sono logorate su più fronti, quando non costrette alla resa.
Proprio in questi giorni le indagini pubblicate dall’ISTAT ci indicano che l’incidenza della povertà e una diseguaglianza nella distribuzione del reddito, sono indicatori significativi di un Paese in affanno, che fatica a interpretare la ripresa e, quindi, a costruire il suo domani.
Quando alla fine del 2009, all’inizio della crisi, lanciammo l’idea del Prestito della Speranza, progetto di microcredito sociale, volevamo costruire un “ponte” per le famiglie in difficoltà, che permettesse loro di superare la crisi. Dopo questi anni di esperienza sul campo, pur tra difficoltà, con 26 milioni di finanziamenti erogati a favore di 4.500 famiglie, il Prestito della Speranza rimane in Italia la più importante esperienza di microcredito con risorse private, a sostegno delle famiglie più deboli.
A livello territoriale, le Caritas Diocesane hanno individuato i destinatari dei prestiti, collaborando con altre associazioni di volontari nell’accompagnare e nell’assistere per una positiva valutazione delle domande di accesso al Prestito della Speranza.
Le principali regioni d’Italia che ne hanno usufruito sono state, in ordine di finanziamenti ottenuti, la Campania, la Puglia e la Lombardia.
Consapevoli delle problematiche affrontate e delle opportunità di bene ancora inespresse che le Caritas diocesane dal territorio ci segnalano, come Vescovi abbiamo ritenuto di dover rilanciare il Prestito della Speranza contemplando, insieme al credito sociale rivolto alle persone e alle famiglie, anche il finanziamento verso le microimprese o le nuove iniziative imprenditoriali capaci di creare opportunità d’investimento e nuovi posti di lavoro.
L’emergenza lavoro e la nuova occupazione rappresentano gli obiettivi veri del Prestito della Speranza che, con Intesa Sanpaolo per il biennio 2015-2016, auspichiamo di poter ottenere, erogando più credito e a tassi molto contenuti a famiglie e persone in temporanea difficoltà. “Fare Impresa” sarà la proposta rivolta a enti o aziende all’inizio del loro progetto o in fase di ristrutturazione, in grado quindi di attivare investimenti privati e nuovi posti di lavoro. La Banca erogherà quadruplicato il fondo di garanzia da 25 milioni di euro messo a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato e si impegneranno nel progetto, che intende manifestare anche in questo modo la vicinanza della Chiesa al tessuto più debole e insieme più prezioso delle comunità e del Paese.