«Sono disponibile ad ascoltare le vittime di abusi sessuali giorno e notte, e come me lo devono essere tutti i vescovi italiani». lo ha detto, al termine dei lavori della 61ª assemblea generale della CEI, il presidente card. Angelo Bagnasco rispondendo alle domande dei giornalisti. Quando una persona si rivolge al proprio vescovo per denunciare di aver subito degli abusi sessuali da parte di un prete, «la si riceve immediatamente, di giorno o di notte», ha detto. A chi ipotizzava difficoltà per una persona comune nel mettersi in contatto con il responsabile della diocesi, Bagnasco ha risposto: «Non credo che un vescovo sia inaccessibile. Io ricevo lettere personali e riservate, scritte anche a stampatello su una pagina di quaderno su varie questioni delicate. Molti prendono, scrivono e presentano un problema».Nel caso di denunce d'abuso sessuale, ha proseguito, si tratta di «situazioni così gravi che richiedono una risposta immediata». Dopo di che «la procedura sarà quella che sarà; ci vogliono i tempi necessari, i più brevi possibili».
Federalismo. Il cardinale Bagnasco ha anche parlato di federalismo. «Il federalismo fiscale - ha detto - deve salvaguardare due beni fondamentali: il primo è l’unità del Paese come valore profondo e acquisito per tutti, sul quale non si può retrocedere per nessun motivo; il secondo valore è rappresentato dalla crescita solidale di tutte le parti del Paese, in un vincolo di solidarietà». «Un federalismo che non raggiungesse congiuntamente questi due obiettivi, l’unità e la crescita solidale di tutte le regioni, non avrebbe conseguito i traguardi voluti».
Intercettazioni. Alla domanda sul dibattito in corso circa la legge sulle intercettazioni, il presidente della Cei ha risposto che «anche in questo caso vanno salvaguardati congiuntamente due valori: quello dell’informazione e quello della riservatezza personale. Si tratta di due valori compatibili che vanno rispettati». Circa la norma che prevede la segnalazione alla Santa Sede dell'apertura di un procedimento giudiziario nei confronti di un vescovo, il cardinale ha affermato che «si tratta di una forma di rispetto tra le Istituzioni e verso la Chiesa, che non va a inficiare le procedure previste dalla leggi».
La manovra. «Una valutazione della manovra economica mi porta a chiedermi se essa contemperi adeguatamente due aspetti: il primo è quello della reale tutela della famiglia, il secondo il sostegno alle imprese artigiane e alle piccole e medie industrie». Circa il primo aspetto ha affermato che «girando nelle parrocchie si avvertono le difficoltà e i lamenti che vengono dalle famiglie. È un affanno reale e proprio in un momento in cui la situazione economica è così seria, è più necessario intervenire a sostegno delle famiglie. In questo senso – ha aggiunto – nella prolusione ho parlato di rischio di "suicidio demografico" del nostro Paese. Circa le piccole imprese – ha quindi proseguito – esse costituiscono una rete molto forte fatta di proprietari che mettono molto e, a volte, tutto quello che hanno per sostenerle e farle funzionare. Con la crisi a volte non ci riescono. Quindi sarebbe opportuno trovare forme di sostegno adeguate a questa realtà così importante per l’Italia».