Cartolina dal Sinodo. La Chiesa comunica con parole non sue
Una cartolina sull’evento sinodale è ben poca cosa. Apre solamente uno spiraglio su tematiche e dialoghi che rimarranno scritti nei cuori, più che nella necessaria documentazione. Per questo colpisce un’informazione disturbata e disturbante, che non passa da canali ufficiali, ma abita nei social e attraverso di essi appare, meglio è, abbastanza prevenuta per poter essere anche credibile. Chi è presente in Assemblea non solo non condivide queste letture, ma si chiede da dove vengano e con quale scopo si manifestino. E suona sempre più pregnante l’invito ai giornalisti di papa Francesco, il giorno dell’apertura, perché essi, nello svolgere un lavoro “molto bello, molto buono”, aiutino a far capire che al Sinodo la “priorità” è l’ascolto, prima ancora della parola.
Il Papa propone un silenzio che non indebolisca la parola e, allo stesso tempo, ne esprima la fecondità. Difficile, questo, per chi usa la parola come un’arma e, banalizzandola, collabora alle letture distruttive della Chiesa, che non mancano. Viva il silenzio allora, quello dello Spirito che scompone le nostre parole.