Vite donate. Ancona: don Mario, parroco per 60 anni nello stesso paese, morto di Covid
Don Mario Serafini
Si è spento ad Ancona a 95 anni don Mario Serafini, un sacerdote molto amato in diocesi, che ha collezionato un record: per sessant’anni è stato parroco a Montesicuro, comunità periferica del capoluogo. Don Mario era stato ricoverato in ospedale dopo avere contratto il Covid.
Veniva da una famiglia di mezzadri a Falconara Alta, dove era parroco don Vincenzo Radicioni, futuro vescovo di Ripatransone e Montalto.
Una vocazione precoce, la sua: la mamma raccontava che quando Mario aveva appena sette anni, un giorno, tornando dalla Messa, a un certo punto si era messo a correre, per fermarsi poi in mezzo alla strada. Si era girato per annunciare alla madre l’intenzione di farsi prete... Mario però aveva dovuto aspettare: era entrato in seminario ad Ancona dopo le scuole elementari, nel 1937, per poi passare al Seminario regionale di Fano.
Ordinato prete dopo la guerra, nel luglio del 1949, approda subito nel paese in cui rimarrà per tutta la vita. Inizialmente a Montesicuro affianca il rettore del seminario ospitato provvisoriamente in uno stabile della diocesi. Quattro anni dopo diventa parroco: trova una chiesa e una canonica fatiscenti. Pazientemente le ristruttura, attingendo dalla liquidazione da mezzadro del padre che, una volta in pensione, con la madre e la zia lo assisteranno fino alla fine nei servizi alla casa e alla chiesa. Il babbo in realtà non andrà proprio in pensione, perché seguirà anche la conduzione dei cinque poderi parrocchiali. Don Mario ha anche la sensibilità di accogliere in casa don Giulio, anziano ex parroco di Candia ma originario di Montesicuro, di cui si prende cura negli anni della vecchiaia. Così, dopo la morte dei genitori, accoglie in casa anche la sorella che lo aiutava nella gestione della casa parrocchiale.
Un parroco amato, apprezzato, punto di riferimento per l’intera comunità e il paese. Nei circa 60 anni di permanenza a Montesicuro è stato vice-cancelliere in Curia, dove si presentava ogni mattina per seguire le pratiche dei matrimoni. È stato anche responsabile della Pontificia opera di assistenza, cha ha aiutato tante famiglie povere nel dopoguerra, un incarico che gli ha consentito di visitare molte parrocchie della regione per assicurare la distribuzione degli aiuti. Nel 2013, dopo un piccolo ictus, rinunciò all’incarico di parroco.
Negli ultimi anni è vissuto ad Ancona, a casa di una nipote. Fino alla morte, il 16 giugno. I funerali sono stati celebrati nella sua parrocchia di Montesicuro.