Anche la Chiesa Cinese vivrà l'"Anno della Fede", indetto da Papa Ratzinger e che sarà celebrato dai cattolici in tutto il mondo dall'11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013. Lo sottolinea una nota della Sala Stampa della Santa Sede che annuncia la riunione in Vaticano, dal 23 al 25 aprile, della Commissione che "Papa Benedetto XVI ha istituito nel 2007 per studiare le questioni di maggiore importanza, relative alla vita della Chiesa cattolica in Cina"."Nelle precedenti riunioni - ricorda la nota - si è trattato il tema della formazione dei seminaristi, delle persone consacrate e dei sacerdoti. Quest'anno, invece, sarà presa in esame la formazione dei fedeli laici alla luce della situazione della comunità cattolica in Cina e nel quadro dell'Anno delle Fede"."Si dedicherà attenzione - rivela la nota - anche ai progressi realizzati nei percorsi di formazione dei sacerdoti, delle persone consacrate e dei seminaristi, e a quanto resta da fare per una loro preparazione adeguata ai compiti di servizio, che sono chiamati ad assolvere nell'ambito ecclesiale e per il bene della società". Fanno parte della Commissione voluta da Papa Ratzinger i cardinali e arcivescovi capi dei Dicasteri della Curia Romana che sono competenti in materia, e alcuni rappresentanti dell'Episcopato cinese e di congregazioni religiose.L'organismo è stato varato a seguito della Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi del giugno 2007, nella quali il Pontefice aveva ben chiarito come non ci sono due chiese cattoliche in Cina, una ufficiale e una sotterranea, ma una sola Chiesa della quale fanno parte tutti i vescovi (anche quelli riconosciuti dal Governo) che hanno ottenuto la piena comunione con Roma. Un tema di grande attualità: più volte anche in questi ultimi quattro anni si è alzata infatti la tensione tra Cina e Vaticano a causa di nomine non approvate dal Papa e per la partecipazione di vescovi non in comunione anche alle ordinazioni approvate, come è accaduto anche in questa settimana. Nei rapporti tra la Santa Sede e la Cina proprio questo tema rappresenta il punto più delicato, perché misura di fatto la libertà religiosa del Paese.