Chiesa

Pastorale familiare. Amoris laetitia e l’Italia. Esplode il rinnovamento

Luciano Moia venerdì 23 giugno 2017

Sui numeri dell’accoglienza di Amoris laetitia, i vescovi della Commissione episcopale per famiglia, vita e giovani – che la scorsa settimana si sono ritrovati in Sicilia per l’incontro di inizio estate – hanno espresso un giudizio unanime. Nessun documento ecclesiale nella storia recente della Chiesa ha prodotto una risposta tanto forte, spontanea, impetuosa. In pochi mesi gli approfondimenti, i convegni, i seminari, i dibattiti dedicati a divulgare, conoscere, promuovere, approfondire le parole di papa Francesco sono diventate un’onda travolgente. Di fronte a tanto entusiasmo, di fronte a una risposta che coinvolge di fatto tutte le diocesi italiane, va comunque registrata anche la perseveranza di chi non vuole rassegnarsi alla svolta pastorale decisa da due sinodi dei vescovi (sinodalità) suggellata da un documento del Papa che è magistero, senza sé e senza (primato petrino) come ribadito dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei .

Nei giorni scorsi è stata diffusa la lettera inviata al Papa dal cardinale Caffarra lo scorso 25 aprile a nome anche degli altri tre colleghi (Brandmüller, Burke e Meisner) che già avevano sollevato gli ormai famosi Dubia sul capitolo VIII di Amoris laetitia. Di fronte alla decisione del Papa di non rispondere su questioni già definite in modo inequivocabile nel dibattito sinodale e poi nell’Esortazione apostolica, i quattro porporati hanno chiesto di essere ricevuti in udienza e poi, vista l’inutilità dello sforzo, hanno deciso divulgare tutto vicenda come già fecero in occasione dei Dubia.

Un episodio spiacevole che non incide naturalmente sull’impegno delle comunità per dare concretezza alle indicazioni contenute nel documento di Francesco. E quanto sia vasto e articolato questo impegno lo prova il Dossier sulla recezione di Amoris laetitia realizzato dall’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia che raccoglie e sintetizza quanto promosso e organizzato non solo nelle regioni ecclesiastiche e nelle diocesi italiane, ma anche nelle facoltà teologiche e negli Istituti superiori di scienze religiose, nelle associazioni, movimenti, forum regionali, ecc. Il primo dato significativo è la mobilitazione pressoché totale delle diocesi italiane. Oltre 130 quelle che hanno già organizzato convegni e dibattiti e ne hanno comunicato i dati, sia per quanto riguarda l’analisi di Amoris laetitia, sia per l’approfondimento del cosiddetto “ponte giuridico pastorale” (71 le diocesi impegnate su questo fronte).

Altri numeri imponenti sono quelli riguardanti gli incontri presieduti dal direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia, don Paolo Gentili, che in poco più di un anno è stato protagonista in oltre 150 località, da Nord a Sud. Numerosi anche gli incontri sostenuti dal suo vice, don Enzo Bottacini. Altri dati degni di nota, tra quelli raccolti nel Dossier, la ristrutturazione di molti uffici pastorali secondo le indicazioni di Amoris laetitia, l’attenzione prevalente (anche se non esclusiva) sul capitolo VIII, l’impegno di numerosi vescovi che hanno dedicato all’Esortazione postsinodale lettere o percorsi pastorali, la nascita di nuovi collegamenti tra uffici pastorali, la ridefinizione di nuove proposte secondo quanto sollecitato dal documento del Papa.

L’impegno più rilevante – almeno per quello che riguarda i documenti ufficiali – risulta per il momento quello messo in campo dalle Conferenze episcopali di Campania e di Sicilia che hanno messo a punto, discusse e approvate altrettante “Linee guida” per la traduzione pastorale del capitolo VIII. Nel dettaglio, tra le nuove strutture sorte sulla scia di Amoris laetitia, appare degno di nota il “Centro interdiocesano di accompagnamento dei fedeli separati” in accordo tra le diocesi del Piemonte Nord-Est (Novara, Vercelli, Biella). Sempre in Piemonte, è nato nell’arcidiocesi di Torino il “Servizio pastorale Amoris laetitia” che opera nei vari ambiti pastorale, giuridico, psico-pedagogico e morale. In Puglia, tra il Natale 2016 e la Pasqua 2017, tutti i vescovi hanno scritto una Lettera o Linee pastorali ispirate all’Esortazione postsinodale. Stesso impegno per la diocesi di Albenga-Imperia, dove il vescovo Guglielmo Borghetti ha deciso di impostare il piano pastorale 2016 2017 sull’Esortazione postsinodale.

Ma Lettere o Piani pastorali sono arrivate anche dai vescovi di Bari. Bergamo, Modena, Otranto, Palermo, Potenza, Tempio Pausanias, Tivoli. In diocesi di Asti i due Uffici diocesani catechesi-evangelizzazione sono stati ripensati alla luce di Amoris laetitia. Tra le tante diocesi che si sono mosse per la promozione dell’Esortazione postsinodale, va segnalato, tra gli altri, l’impegno di Cerignola- Ascoli Satriano con un “Cammino di accompagnamento e condivisione” con separati e divorziati dal titolo “Da soli non c’è storia”. E poi Cosenza- Bisignano, dove la missione triennale “Delle e per le famiglie” è stata rivitalizzata e rilanciata dalla spinta di Amoris laetitia. Ma nelle oltre 100 pagine del Dossier si parla anche dell’arcidiocesi di Ferrara- Comacchio, in cui la revisione dell’Ufficio pastorale per la famiglia è stata realizzata tenendo conto delle indicazioni del documento papale.

E di Fossano, dove l’esperienza dell’“Anello perduto” pensata per i divorziati risposati è diventata a tutti gli effetti un percorso diocesano. E ancora, a Livorno è nato un Centro per la famiglia. A Nicosia la missione popolare delle famiglie (biennale) è stata rivista alla luce di Amoris laetitia. E a Terni-Narni-Amelia è stata costituita l’associazione diocesana “Centro per la famiglia Amoris laetitia” da cui prenderanno vita una Scuola di formazione per consulenti familiari e un Consultorio familiare diocesano.