L'eredità della santa. Consacrata la Cattedrale dedicata a madre Teresa
Non solo la Messa. Insieme con la consacrazione del santuario dedicato a Madre Teresa di Calcutta, avvenuta ieri mattina, il cardinale Ernest Simoni ha voluto ripetere a Pristina i gesti della santa. Il pranzo con i poveri nella mensa della Caritas locale, la visita agli ammalati, l’abbraccio di consolazione con i più bisognosi. Così la forza della preghiera – di cui la stessa madre Teresa era testimone e sostenitrice incrollabile – si è fatta eloquenza dei comportamenti. E il porporato albanese, inviato da papa Francesco per questa occasione speciale, lo ha sottolineato anche nella sua omelia, in cui ha reso omaggio alla piccola grande religiosa di etnia albanese.
Anche Lush Gjergji, vicario generale dell’amministrazione apostolica di Pristina, dopo la consacrazione ha detto: «Questo Santuario diventa un cammino spirituale, una scuola dove imparare come vivere la fede e come essere ispirati dall’amore cristiano per tutti, senza nessuna distinzione. Così in questa “scuola” noi cercheremo di imparare ad attuare la cultura della vita e la civiltà dell’amore, virtù che madre Teresa portò nel mondo intero».
La celebrazione eucaristica nella nuova chiesa (la cui costruzione è iniziata nel 2007; il tempio è lungo 77,40 metri dall’abside al portico, largo 42,30 metri al transetto, alto 32,50 metri) ha segnato il culmine di una due-giorni in cui il cardinale Simoni è stato accolto con tutti gli onori. A riceverlo fin dal suo arrivo, lunedì pomeriggio, è stato infatti il ministro degli Esteri del Kosovo, Enver Hoxhaj. Alla Messa era presente, tra gli altri, l’ordinario militare italiano, Santo Marcianò. L’arcivescovo che è giunto in Kosovo per visitare il contingente italiano di stanza nel Paese balcanico ha concelebrato con il cardinale Simoni e in una successiva dichiarazione ha parlato di madre Teresa, ricordandone le parole.
«“Il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace”, diceva la santa. E poche persone possono essere ricordate, come lei per il modo di servire. Ella ha servito i poveri, ha servito la vita, ha saputo svolgere ogni opera che sentiva affidata come un autentico servizio. E l’opera di chi si mette a servizio è sempre un’opera di pace, un seme di pace». Marcianò ha poi sottolineato come madre Teresa abbia raggiunto con il suo servizio «donne e uomini di ogni razza, condizione sociale, convinzione religiosa, accogliendo tutti nelle sue case e nel suo cuore. Ha servito senza riserve e senza filtri, facendosi strumento di unità, giustizia, misericordia, accoglienza, perdono e amore».
Anche i militari italiani, ha concluso l’ordinario, «svolgono il loro compito a servizio della pace». Della santa degli ultimi ha parlato ieri anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Madre Teresa di Calcutta – ha detto il capo dello Stato italiano – è stata, con la sua vita dedicata agli emarginati, ai malati e agli ultimi, un esempio straordinario di umanità, divenendo espressamente, con il riconoscimento del Nobel, un simbolo universale della solidarietà e della pace. Nel ventesimo anniversario della sua morte – ha sottolineato Mattarella – desidero ricordare la sua testimonianza e le sue opere, nella convinzione che i semi di fraternità da lei diffusi aiuteranno ancora i popoli e le nazioni a cercare i valori autentici della persona e della comunità».