Scout. La sfida dell'Agesci: i ragazzi protagonisti nella Chiesa e nella società
Un gruppo scout Agesci
Diceva Robert Baden-Powell, fondatore dello scautismo: «Prova a lasciare questo mondo un po’ meglio di come l’hai trovato». Già, ma come? Rimboccandosi le maniche, risponde l’Agesci. «C’è bisogno di agire gli uni accanto agli altri per trasformare i territori in cui viviamo e per dare nuova linfa alla Chiesa», spiegano la Capo Guida, Daniela Ferrara, e il Capo Scout d’Italia, Fabrizio Coccetti. Proprio il tema “Partecipazione: insieme per cambiare il mondo e costruire la pace” è al centro del 48° Consiglio generale che da ieri 2 giugno a domenica 5 giugno sta riunendo oltre 300 soci adulti dell’Agesci giunti da tutta la Penisola a Sacrofano, alle porte di Roma. Massimo organo deliberativo dell’associazione, il Consiglio coinvolge quest’anno anche i più giovani: 40 Rover e Scolte, ragazzi tra i 16 e i 22 anni con il fazzolettone chiamati ad elaborare con quaranta delegati nazionali un testo sulla partecipazione “dal basso” degli scout alla vita deel Paese, della comunità ecclesiale e dell’associazione stessa. «L’Agesci – sottolinea Coccetti – è formata da 150mila ragazzi e 30mila adulti. Ecco, è fondamentale che ragazzi e capi collaborino per contribuire al bene comune, scommettendo sulla condivisione dei valori e sulla corresponsabilità come forza collante». Aggiunge Daniela Ferrara: «Purtroppo capita che i giovanissimi siano per lo più destinatari di messaggi e non protagonisti di un processo. Invece occorre che siano parte integrante delle scelte che li riguardano e del cambiamento. Sono linfa vitale della nostra società. E serve dare loro fiducia perché possano offrire un contributo innovativo, di speranza e di futuro». Il tema scelto ha ricevuto anche il plauso della presidenza della Repubblica, riferiscono i due capi.
Il Consiglio generale Agesci - Ufficio stampa Agesci
È sul rinnovato desiderio di “essersi” che puntano gli scout cattolici. A partire dalla Chiesa. «Dalle esperienze di ogni giorno possiamo scoprire il volto di Cristo – dice Daniela Ferrara –. Ma l’incontro con il Vangelo deve tradursi in presenza concreta all’interno della comunità cristiana per i nostri ragazzi. Non spettatori, ma attori. Come educatori di chi cammina a fianco, sull’esempio dei discepoli di Emmaus, vogliamo proporre occasioni che parlino del Risorto, di un amore unico, sorprendente, travolgente ». Tutto ciò, prosegue Fabrizio Coccetti, permetterà di «edificare comunità aperte, inclusive e accoglienti che aiutino la Chiesa e i territori ad abbracciare l’intera umanità». Non è un caso che l’associazione abbia già fra le sue fila bambini e adolescenti di altre religioni. «Ciò avviene nei gruppi che accolgono anche i rifugiati in fuga dalle guerre». Educare a essere buoni cristiani e buoni cittadini è l’impegno dell’Agesci. Unendo le generazioni. «Ed è questo che vogliamo portare nel Cammino sinodale della Chiesa italiana – dichiarano la Capo Guida e il Capo Scout d’Italia –. L’ascolto del vissuto dei ragazzi è una nostra peculiarità. Li accompagniamo nel percorso di crescita mettendo al centro le loro gioie e le loro aspettative. Perciò ci sentiamo di affermare che l’adulto deve sapersi sintonizzare sulle loro frequenze».
I ragazzi dell'Agesci in campo per il bene comune - Ufficio stampa Agesci
E la partecipazione ha anche un riverbero sociale. «Persino politico», chiarisce Coccetti. «Con il progetto “Benepossibile” i ragazzi dai 16 ai 20 anni hanno declinato nei loro luoghi la voglia di partecipazione alla vita democratica e civile del Paese raccogliendo i bisogni della gente e varando itinerari in rete». Nell’agenda delle giornate a Sacrofano entra anche il conflitto in Ucraina. «Il nostro Patto associativo condanna ogni forma di violenza – ricorda Coccetti –. E stiamo predisponendo un documento sull’educazione alla pace in cui si evidenzierà l’urgenza di costruire un mondo più giusto e di compiere piccoli gesti di riconciliazione». Fra i punti all’ordine del giorno c’è anche la “definizione di percorsi su identità di genere e orientamento sessuale”. «Molti gruppi locali ci segnalano le problematiche che toccano con mano – concludono i due capi – . È importante avviare una riflessione da qui ai prossimi anni. Perché, come sprona papa Francesco, siamo tenuti ad essere accoglienti nei confronti di tutti».
Nell'agenda dei lavori Agesci l'omaggio a David Sassoli e il voto per scegliere i vertici
Si è aperto ieri 2 giugno il 48° Consiglio generale dell’Agesci che eleggerà, tra gli altri, il Capo Scout d’Italia e il presidente del Comitato nazionale. La prima giornata ha avuto al centro la tavola rotonda sul tema del partecipare con Gisella Mondino, vice-sindaco di Sciacca, Maurizio Carta, dell’Università di Palermo, e don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Domenica, ultima giornata dei lavori, sarà conferito il riconoscimento di benemerenza alla memoria di David Sassoli, già presidente del Parlamento europeo con un passato da scout Agesci morto a gennaio. Il riconoscimento verrà consegnato alla famiglia del politico «per essere stato testimone coerente dello stile scout, per aver operato nella politica e nelle istituzioni in difesa costante di tutte le persone, particolarmente dei giovani».