Le denunce. Abusi, se le vittime sono suore
Con la risposta data in aereo martedì scorso, di ritorno dagli Emirati Arabi Uniti, il Papa è entrato per la prima volta in medias res su un tema scottante e ripugnante, quello degli abusi sessuali subiti da religiose a opera di consacrati o esponenti del clero.
«È vero, dentro la Chiesa ci sono stati anche dei chierici che hanno fatto questo» ha detto Francesco, «in alcune culture è un po’ più forte che in altre, non è una cosa che tutti fanno, ma ci sono stati sacerdoti e anche vescovi che lo hanno fatto. E io credo che si faccia ancora, perché non è una cosa che, dal momento in cui te ne accorgi, finisce. La cosa va avanti così. È da tempo che stiamo lavorando su questo. Abbiamo sospeso qualche chierico, mandato via, per questo. E anche – non so se è finito il processo – abbiamo dovuto sciogliere qualche congregazione religiosa femminile che era molto legata a questo, una forma di corruzione. Non posso dire: “A casa mia questo non c’è…”. È vero. Si deve fare qualcosa di più? Sì. Abbiamo la volontà di farlo? Sì. Ma è un cammino che viene da lontano».
Riconoscimento esplicito, quello di Bergoglio, di un fenomeno segnalato da più parti negli ultimi 20 anni. La domanda a cui il Papa rispondeva prendeva spunto da una dichiarazione dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (Uisg) e da un articolo uscito sull’ultimo numero di Donne Chiesa Mondo, mensile allegato all'Osservatore Romano. In quest’ultimo intervento la direttrice Lucetta Scaraffia sottolineava che «nell’ultimo anno molti giornali hanno sollevato di nuovo il velo su questa tragedia, e molte religiose, del terzo mondo ma anche dei Paesi avanzati, hanno cominciato a parlare, a denunciare: sanno che hanno il diritto di venire rispettate, sanno che la condizione delle donne, anche nella Chiesa, deve cambiare».
Ricordando poi che già «verso la fine degli anni novanta due religiose, suor Maura O’Donohue e suor Marie McDonald, hanno avuto il coraggio di presentare denunce precise e circostanziate». E dopo di loro, per fare un altro esempio, nel 2000 fu suor Esther Fangman, priora della comunità delle benedettine di Atchinson, in Kansas, a sollevare il problema al Congresso degli abati, dei priori e delle abbadesse degli ordini benedettini, a Roma.
Più recentemente, tra il 2017 e il 2018 in Africa, nella regione dei Grandi Laghi, sono stati organizzati seminari per religiosi e religiose sulla «cura delle vittime di abusi sessuali in situazioni di conflitto», in collaborazione, tra gli altri, con l’Uisg.
Nell'incontro tenutosi lo scorso agosto a Kampala, in Uganda, John Baptist Odama, arcivescovo di Gulu, durante il suo discorso si è inginocchiato e ha chiesto perdono anche per gli abusi commessi da sacerdoti e consacrati nei confronti di suore e operatrici pastorali. Ma il caso recente che ha fatto più rumore è sicuramente quello della violenza sessuale su una suora di cui è accusato il vescovo di Jalandhar in India, Franco Mulakkal, di cui diamo conto nell'articolo a fondo pagina. Lo spettro di abusi e violenze nei confronti di religiose è apparso anche nella Chiesa cilena, già terremotata lo scorso anno dai molteplici scandali che hanno coinvolto sacerdoti e vescovi. La congregazione delle Suore del Buon Samaritano del Molina, nella diocesi di Talca, è stata sottoposta lo scorso dicembre a una visita apostolica da parte della Congregazione per gli istituti di vita consacrata, per fare chiarezza su una serie di denunce da parte di ex suore riguardo a molestie e abusi subiti da direttori spirituali, oltre all'essere state trattate «come schiave» da parte delle superiore.
«FERITE MAI PRESCRITTE»
Nella Lettera al Popolo di Dio dello scorso 20 agosto, Francesco, ribadendo la linea della tolleranza zero sugli abusi sessuali commessi da preti e religiosi, scriveva che «le ferite non vanno mai prescritte» e che «il dolore di queste vittime è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere». C’è stato un crescendo di interventi di Bergoglio sul tema, lungo i quasi sei anni di pontificato, fino all'annuncio dello scorso 12 settembre: una convocazione straordinaria dei presidenti delle Conferenze episcopali del mondo, assieme ai capi dicastero della Curia Romana e ai rappresentanti delle unioni dei superiori e delle superiore maggiori degli ordini religiosi, sulla protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, dal 21 al 24 febbraio in Vaticano. I lavori sono preparati da un Comitato organizzativo.