Chiesa

Terra Santa. A piedi da Nazareth a Gerusalemme, pellegrini sui passi di Gesù

Lorenzo Rosoli martedì 7 agosto 2018

Il pellegrinaggio si snoda fra le città, le campagne e le aree desertiche della Terra Santa

Un gesto di pace. Lungo duecento chilometri. E alto più del muro che separa israeliani e palestinesi. E di quelli che vorrebbero dividere ebrei, cristiani e musulmani. Un pellegrinaggio, tutto a piedi, da Nazareth a Gerusalemme. Sulle tracce di Gesù. Nella compagnia del cardinal Martini. Trovando ospitalità in parrocchie cristiane e in villaggi musulmani, in un kibbutz israeliano della Galilea e in un accampamento beduino a metà strada fra Gerusalemme e Gerico. È il «Sentiero del Discepolo», ideato e proposto da Silvano Mezzenzana, direttore dell’agenzia Duomo Viaggi di Milano, che in trentasette anni da pellegrino, turista e guida, ha fatto oltre cento viaggi in Terra Santa.
Mezzenzana aveva un sogno: «Poter percorrere a piedi la Terra Santa». Da nord a sud. Galilea, Samaria, Giudea. Dopo tanti anni, dopo tanti viaggi, quel sogno è diventato realtà. Grazie al contributo decisivo di una guida palestinese musulmana, Nedal Jamil Sawalmeh. E grazie alle nuove tecnologie che permettono di camminare in sicurezza senza dover segnare il territorio – «perché la terra non ci appartiene, su questa terra siamo tutti pellegrini, come ci insegnano i beduini», scandisce Silvano. Dunque: chi volesse percorrerlo non cerchi cartelli ai crocevia o tracce di vernice sulle pietre lungo i sentieri. Piuttosto: vada in libreria a procurarsi «Il Sentiero del Discepolo», come s’intitola la guida scritta da Mezzenzana e pubblicata dalle Edizioni Terra Santa. Quindi scarichi la app e segua il percorso utilizzando il Gps dello smartphone. Lo attende un itinerario in undici tappe che tocca i luoghi del cammino di Gesù e dei suoi discepoli verso Gerusalemme – come il Tabor, Nain, Sichem, Gerico, Betania – e alcune località custodi di antiche memorie cristiane, almeno bizantine – come Burkin e Sebaste.

Nelle incandescenze della Terra Santa d'oggi

Quello proposto da Mezzenzana – attenzione – non è un viaggio in una Terra Santa “musealizzata”, tutt’altro, ma un’immersione nella realtà d’oggi con i suoi drammi, le ferite, i segni di speranza, la vita quotidiana delle comunità che la abitano. Ecco, dunque, le tappe al kibbutz di Mizra, nelle città palestinesi di Jenin e Nablus, nei villaggi cristiani di Zababdeh e Taybeh e nell’accampamento beduino di Abu Kamis – siamo a Khan al Ahmar, il villaggio nel quale ha sede la celebre «Scuola di gomme» e sul quale pende la minaccia di demolizione da parte delle autorità israeliane. Quale introduzione al cammino, Mezzenzana suggerisce di recarsi a Giv’at Avni, in Galilea, dove nel 2013 venne piantata una foresta in memoria del cardinale Carlo Maria Martini. Chi vi si recasse oggi, vi troverebbe solo una «promessa di foresta». Dov’è stato collocato il cippo con la dedicazione, rimarrà tuttavia una radura. «Quando gli alberi saranno cresciuti, lì si continuerà a vedere il cielo, dal quale discende la Parola di salvezza che si fa carne in Gesù Cristo e ci guida nel cammino. Ecco: quella “radura dell’ascolto” è il punto di partenza ideale di questo pellegrinaggio». Un altro suggerimento? «Prima di entrare al Santo Sepolcro, come accadeva ai pellegrini antichi, essere ricevuti dal custode di Terra Santa, e da lui farsi lavare i piedi». Ma c’è una dodicesima tappa, a completare – e in realtà riaprire – il «Sentiero del Discepolo»: quella da Gerusalemme a Emmaus. «Quale miglior viatico dalla Terra Santa?».

Camminare con Gesù, nutrirsi della sua Parola

«Il nostro intento è quello di offrire al pellegrino moderno la possibilità di ripetere l’esperienza dei discepoli di Gesù che camminavano con lui e si nutrivano della sua Parola», scrive Mezzenzana nella premessa alla guida. «Il cammino è la metafora più utilizzata e chiara dell’esperienza umana – e la Chiesa si definisce “popolo di Dio in cammino” –. Per questo pensiamo che unire la lettura della Parola con la fatica – e la bellezza – del camminare sia un’offerta “naturale” di spiritualità che l’uomo desidera sempre». «Proprio perché attraversa i territori senza alcuna precomprensione politico-sociale, ma con attenzione alle condizioni di vita delle comunità residenti – riprende il testo – il Sentiero del Discepolo si pone oggettivamente come un gesto di pace in un contesto afflitto da grandi problemi relazionali tra lo Stato d’Israele e la Palestina. Il Sentiero del Discepolo è così disponibile e fruibile non solo per i “camminatori cristiani” ma per tutti coloro che amano il cammino per motivi spirituali, culturali e di puro piacere». La posizione da assumere, dunque, sia quella dell’«intercedere», come chiedeva Martini, cioè del «camminare fra i contendenti» per tenerli lontani quanto basta perché il conflitto non li annienti «e insieme creare lo spazio della parola e del dialogo». No, farsi pellegrini in Terra Santa, alla sequela di Cristo, non è davvero, non è mai, fuga dalla storia ma esperienza di riconciliazione. Con Dio, con gli altri, con il creato. Con noi stessi.

Dedicato al cardinal Martini il percorso guidato dal Gps

Un libro e una App per rivivere il cammino di Gesù e dei suoi discepoli dalla Galilea a Gerusalemme. Guidati dall’ascolto della Parola di Dio. Nell’abbraccio della Terra Santa d’oggi. Ecco le due “risorse” del progetto «Il Sentiero del Discepolo», ideato da Silvano Mezzenzana con l’aiuto di Nedal Jamil Sawalmeh, guida in trekking di gruppo diplomata all’Università di Betlemme. Acquistando la guida «Il Sentiero del Discepolo» (Edizioni Terra Santa, 224 pagine, 16 euro) è possibile scaricare gratuitamente da App Store o da Google Play la App omonima, che funziona «offline» e contiene la tracciatura sulle mappe digitali di tutte le tappe. Ciò rende possibile seguire con precisione, utilizzando il Gps dello smartphone, l’intero percorso – che non è segnato a terra con tratti di vernice o palette segnaletiche. Il «Sentiero» è dedicato al cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Il libro, con la descrizione delle tappe, contiene non solo una messe di informazioni utili, ma anche una ricca proposta di itinerario spirituale, curata da don Andrea Zolli, con 15 «Icone evangeliche» e alcuni illuminanti testi di Martini.