Chiesa

India. A Goa l'esposizione delle reliquie di San Francesco Saverio

Filippo Rizzi venerdì 22 novembre 2024

Una foto di una storica esposizione del corpo di san Francesco Saverio

Nella città vecchia di Goa in India si è aperta solennemente oggi l’esposizione delle reliquie di san Francesco Saverio (1506-1552), grande evento spirituale che ogni dieci anni vede convergere migliaia di pellegrini in questa città del sud del Paese che custodisce le spoglie del grande missionario dell’Asia. In Italia nella Chiesa madre dei gesuiti il Gesù all’Argentina a Roma è custodito l’avambraccio destro del grande missionario in un reliquiario d’argento.
Popolarmente conosciuto come «Gõycho Saib» – cioè il patrono di Goa – il gesuita spagnolo Francesco Saverio, tra i primi compagni di Ignazio di Loyola, proprio qui sbarcò nel 1542 e ne fece poi la base per i suoi viaggi missionari, fino alla morte sopraggiunta il 3 dicembre 1552 sull’isola di Shangchuan, alle porte della Cina.
Fu un pioniere della diffusione del cristianesimo in Asia, in qualità di rappresentante della monarchia portoghese. Nel 1927 la Chiesa cattolica lo ha proclamato patrono delle missioni assieme a santa Teresa di Lisieux. Francesco Saverio era nato in Navarra nel 1506 e a Parigi aveva incontrato Ignazio da Loyola, con il quale condivise l’avventura della fondazione della Compagnia di Gesù. Nel 1540 venne mandato verso l’Oriente come missionario: mentre stava progettando di portare il Vangelo in Cina morì a causa di una polmonite sull’isola di Shangchuan nel 1552. Paolo V beatificò il Saverio il 21 ottobre 1619 e Gregorio XV lo canonizzò il 12 marzo 1622 assieme ad Ignazio di Loyola, Teresa d'Avila, Isidoro l'agricoltore e Filippo Neri.

Nel 1545 partì per la penisola di Malacca, in Malaysia, dove incontrò alcuni giapponesi che gli proposero di estendere l'evangelizzazione al Giappone, dove pure arrivò nell'agosto 1549 a Kagoshima. Là capì l'importanza della Cina, dove poi si diresse: ma, ammalatosi durante il viaggio dalla Malacca all'isola di Sancian, morì nel 1552, senza poter ricevere alcun sacramento e privato di una sepoltura cristiana. Il suo corpo fu portato a Goa, dove si trova ancora oggi nella chiesa del Bom Jesus.


L’esposizione iniziata questo venerdì – come documenta oggi in un ampio servizio Asia News - durerà per 45 giorni fino al 5 gennaio 2025, andandosi così a intrecciare con l’inizio del Giubileo della Chiesa universale. Le reliquie – abitualmente custodite nella basilica del Bom Jesus – sono state portate oggi solennemente in processione alla Cattedrale, dove resteranno esposte ogni giorno dalle 7 alle 18 al culto dei fedeli, rinnovando così una lunga tradizione di venerazione spirituale.


Milioni i fedeli attesi per questo appuntamento



Accolti dall’ arcivescovo di Goa e Darman, il cardinale Filipe Feri Ferrao numerosi vescovi indiani e oltre 400 sacerdoti hanno concelebrato nella liturgia eucaristica inaugurale presieduta nella Basilica del Bom Jesus dall’arcivescovo di Delhi, Anil Joseph Couto, davanti a più di 40mila fedeli. Nella sua omelia il porporato ha descritto san Francesco Saverio come «un uomo in missione», sottolineando come la sua vita fosse una testimonianza vivente della proclamazione della salvezza in Cristo. L’arcivescovo Feri Ferrao ha esortato i fedeli a trarre ispirazione dalla sua dedizione, imitandone il fervore nella discepolanza e la sua coraggiosa testimonianza del Vangelo. «Siamo messaggeri della Buona Novella» è il tema scelto per l’esposizione di quest’anno, che si riflette nelle Messe quotidiane celebrate in lingua konkani e in inglese per i milioni di devoti attesi.

Riproduzione di una antica stampa raffigurante san Francesco Saverio presente nella Biblioteca dei gesuiti - Siciliani