10 PIAZZE PER 10 COMANDAMENTI. "Non rubare": imperativo per credenti e non
«Ogni società ed ogni persona è particolarmente sensibile a questo comandamento, a questo imperativo, che è quello della onestà e del rispetto delle persone, nella propria dignità come dei loro beni, sia nei confronti delle persone sia nei confronti della società, ma anche al rovescio la società deve non rubare rispetto alle persone». Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, Parlando nella centrale Piazza Matteotti, sulla quale si aprono il Palazzo Ducale, l'Arcivescovado e la Cattedrale di San Lorenzo, il cardinale ha ricordato che il settimo comandamento è quello che, forse più di altri, è condiviso sia dai credenti che dai non credenti. «Tutti abbiamo bisogno di riflettere sui comandamenti del Signore che non sono soltanto oggetto di rivelazione ma sono anche la sintesi del buon senso e dell'esperienza migliore dell'umanità» ha detto ancora il cardinale ricordando che «il cuore del comandamento 'Non Rubare' è il rispetto della persona umana» e che «non rubare è un grande sì al rispetto per la dignità di ogni persona umana».
Il settimo comandamento, è stato detto nel corso della serata, è un imperativo morale valido non solo per i credenti e i cristiani, ma per ogni uomo di buona volontà come è emerso anche dalla lettura delle pagine tratte dai pensieri di Albert Einstein, di Victor Hugo e di Alda Merini. «Il comandamento che a parole è il più accettato da tutti, fa parte dell’etica condivisa e forse è più insegnato nella trasmissione della morale di generazione in generazione, eppure è quello più facilmente trasgredito», ha affermato Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, che ha affidato il proprio pensiero a uno scritto in quanto, per motivi di salute, non ha potuto partecipare alla serata. Il presidente del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, ha sottolineato come «a Genova abbiamo voluto proporre una “rilettura” in chiave creativa e propositiva del Comandamento “Non Rubare”, inteso non solo come sottrazione di beni materiali inflitta ai danni dell’uomo, ma come privazione del suo tempo, della sua dignità, del suo futuro di giustizia e pace». Durante la serata, ha aggiunto Martinez, abbiamo voluto mettere «in positivo, l’esaltazione del dare sull’avere, del dono sul possesso, della solidarietà e della generosità ordinaria di tanta gente che fa ancora grandi le nostre comunità e arricchisce di buone prassi – l’economia della gratuità e la giustizia restitutiva – il Paese nel tempo della crisi». Particolarmente significative le testimonianze che si sono avvicendate nel corso della serata. A cominciare da quella di Andrea che, per alcuni anni, ha gestito un bar in provincia di Savona. «A un certo punto ho scelto di togliere le slot machine dal locale: una scelta controcorrente per la società, ma fondamentale per me che avevo conosciuto Gesù». «Avevo sempre avuto le slot nel mio bar - ha aggiunto - fino a quando, nel mio percorso di crescita con Gesù, cominciai a essere sensibile alle difficoltà di giovani, adulti, pensionati, che nel mio bar perdevano grosse somme di denaro, arrivando alla disperazione. Vendevo morte e guadagnavo sulla sofferenza altrui. Questo era in contrasto con la mia vita in Cristo. Gesù non ci insegna a pensare solo a noi o a guadagnare sulla rovina altrui, ma ad amare gli altri come Lui ci ama». Più tardi è stata la volta di Biagio che in carcere ha trovato la fede. La successiva testimonianza è stata di Abramo Sylla senegalese di Dakar, venuto in Europa dopo aveva trovato un buon lavoro fino a quando la sua dittà non è fallita per la crisi. Durante un periodo di lavoro in Calabria, a Rosarno, ha conosciuto un sacerdote e poi Salvatore Martinez. Da lì l'inizio di un lavoro come mediatore culturale in un centro che «non si sarebbe potuto aprire senza una figura che può favorire la convivenza di ragazzi cristiani e musulmani, che parlano diverse lingue e dialetti. Un lavoro delicato, difficile, che non dà riposo». «Quanto è difficile - ha aggiunto - essere un operatore di pace, ma quanto è bello vedere questo frutto della giustizia, in un mondo che non favorisce la riconciliazione e la fraternità». Tra gli ospiti Stefano Zamagni economista, professore di economia presso l’Università di Bologna, Alfredo Mantovano, Magistrato e già sottosegretario al Ministero degli Interni, Francesco Averna, Imprenditore e proprietario dello storico marchio, Giorgio Guerello, presidente del consiglio comunale di Genova, Roberto Arditti, direttore Relazioni Istituzionali Expo 2015, sponsor della serata. La parte musicale è stata affidata a Tosca, cantante e attrice, ed alla band DieciperDieci del Rinnovamento nello Spirito. Le letture dei testi sono state curate dall'attore Andrea Giordana. Durante la serata è stato trasmesso il video di Papa Francesco ed il messaggio di monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Lo spettacolo, trasmesso in diretta su TV2000, è stato condotta da Arianna Ciampoli.