Rapporto. Zona rossa anche le carceri. Senza spazi e senza ascolto
Giuseppe I. è morto martedì nel penitenziario di Poggioreale. Aveva 68 anni, si era ammalato di Covid–19 e il virus se lo è portato via. Giuseppe era fra i contagiati di coronavirus di cui non parla nessuno, quelli chiusi fra le mura di un carcere, di cui solo i familiari e l’avvocato conoscono la sorte. Prima di lui, a inizio novembre, un altro detenuto 71enne, di cui non sono note le generalità, era morto di Covid ad Alessandria. E il 28 ottobre era toccato ad Antonino G., 82enne recluso a Livorno.
La dolorosa contabilità dei decessi in carcere dall’inizio dell’anno (133, fra cui 51 suicidi, 13 nelle rivolte di marzo, 7 per Covid e uno, Carmelo C. dopo 60 giorni di sciopero della fame) è contenuta in un dossier scaricabile dal sito dell’associazione Ristretti Orizzonti, aggiornato a giovedì 19 novembre e consultato ieri da Avvenire. Dati che si integrano con quelli diffusi ieri dal Garante per i detenuti e le persone private della libertà nel periodico punto della situazione inviato alla stampa, che a fronte di un calo delle presenze nelle carceri (53.758, 400 in meno della scorsa settimana) segnala un aumento «dei casi di positività tra le persone detenute (28%, ossia 172 in più) e tra il personale (19%, 156 in più). In tutto, annota il Garante, sono finora 732 i detenuti positivi in 77 istituti (su un totale di 192). Fra loro, 46 sono sintomatiche (di cui 22 ospedalizzate). Ciò che gli istituti lamentano, si legge nella nota, «è la mancanza di spazi per isolare le persone che entrano in carcere dalla libertà e presentano positività al virus: isolamento essenziale perché la loro situazione di contagio va considerata ben distinta da quella che può svilupparsi tra persone all’interno della sezione, perché è quest’ultima a rappresentare un vero e proprio focolaio». Il collegio del Garante (composto dal presidente Mauro Palma, Daniela de Robert ed Emilia Rossi), ricorda come «un minore ricorso alla custodia cautelare in carcere» sia uno «strumento particolarmente significativo per la riduzione dei numeri complessivi».
Misure alternative e minori
Le misure alternative (o di comunità) per gli adulti riguardano 28.407 persone (fra cui 2.551 donne), divise tra affidamento in prova al servizio sociale (16.390), detenzione domiciliare (11.251) e semilibertà (766). Negli istituti per minorenni le presenze sono 303 (di cui 10 ragazze). Ma si segnalano «due situazioni di sovraffollamento, seppure lieve, a Bologna e a Milano». I minorenni e i giovani adulti attualmente messi alla prova sono 2.067 (di cui 1.552 in casa), mentre complessivamente quelli in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni (inclusi anche i messi alla prova) sono 8.561.
Cpr e navi quarantena
Sul fronte immigrazione, c’è un aumento delle presenze nei Cpr, i centri di permanenza per i rimpatri: le persone trattenute sono salite da 348 a 455, su 608 posti disponibili, in una settimana. In calo, invece, le presenze negli hotspot (scese da 973 a 894, di cui 763 a Lampedusa. Rispetto alle 5 navi quarantena attualmente alla fonda in Sicilia, dopo un primo invio di dati imprecisi, ieri il Viminale ha fornito al Garante una correzione: a bordo delle navi ci sono 2.448 persone, con «197 positivi al contagio».
Critiche al Guardasigilli
In Parlamento, il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari e il deputato Jacopo Morrone annunciano un’interrogazione parlamentare al Guardasigilli, perché « non può continuare a ignorare la situazione drammatica dei penitenziari di Piemonte e Valle d’Aosta, di fatto abbandonati, con carenze di organico importanti e in molti casi senza direttore e comandante, come succede ad Aosta Brissogne, Cuneo, Ivrea, Novara e al carcere minorile F. Aporti di Torino». Mentre il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello lamenta: «Mi dispiace che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede minimizzi ciò che sta accadendo nelle carceri, utilizzando parametri e percentuali che secondo lui non segnalano lo stato di allarme pandemico: per me, servirebbe una tonalità di colore più violenta del rosso per le carceri». Ciambriello segnala nella sua regione 223 contagiati tra Polizia penitenziaria, personale sanitario e amministrativo e 188 reclusi positivi (più 2 ricoverati al Cardarelli e al Cotugno). Fra loro, 105 sono a Poggioreale, dove martedì è spirato il povero Giuseppe.