L'emergenza. Xylella, ulivi tutti da abbattere. «La Puglia è in ginocchio»
Sarà obbligatorio distruggere gli ulivi colpiti da Xylella. È quanto prevede un emendamento presentato dai relatori del dl semplificazioni, in discussione in Parlamento. Le misure fitosanitarie ufficiali anti-Xylella, o comunque derivanti da provvedimenti di emergenza fitosanitaria, «ivi compresa la distruzione delle piante e dei prodotti delle piante contaminate», si lgge nel testo, dovranno essere attuate «in deroga ad ogni disposizione vigente, nei limiti e secondo i criteri indicati nel decreto di emergenza fitosanitaria » e nella normativa Ue. Non solo: la mancata attuazione delle misure ufficiali fitosanitarie necessarie ad evitare la diffusione della malattia è punibile con la reclusione da 1 a 5 anni.
È l’ultima novità, destinata ad avere un forte impatto in particolare in Puglia, Regione che da tempo fa i conti col cosiddetto batterio della 'sputacchina'. L’agricoltura locale sta vivendo una stagione di continua emergenza. Su più fronti. L’allarme rosso riguarda non solo la preoccupante avanzata della Xylella e le conseguenze del clima impazzito, ma anche per la recrudescenza dei fenomeni criminosi nelle campagne. Il boom dei furti ha causato danni per 300 milioni in un anno, secondo le stime della Coldiretti. Sono purtroppo tornati d’attualità i tagli degli alberi di ulivo da parte di delinquenti senza scrupoli che, per fare legna da vendere al mercato nero, non esitano a deturpare piante che hanno una storia ed un valore inestimabile.
L’ultimo grave episodio si è verificato nell’agro di Bitonto, in provincia di Bari, dove sono letteralmente spariti 10 ulivi secolari spiantati e tranciati senza pietà. Altri furti sono stati segnalati a Foggia, a Lecce, nella zona tra Brindisi, Andria e Trani, mentre 5 floridi fusti si sono volatilizzati a Manduria. «Tagliare gli ulivi secolari per rivendersi la legna è un atto vile e assurdo, considerato che per 150 euro di valore della legna si sottraggono ad un agricoltore 10mila euro di reddito, perché dovrà aspettare decenni prima che i nuovi impianti possano entrare in produzione» sottolinea Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
È il racconto di una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, di alberi, di mezzi agricoli, con il racket in agguato e l’abigeato che non perdona gli allevatori. «È una vergogna che ci si metta anche la criminalità, con tutti i problemi che il mondo olivicolo ha in questo momento, dalla Xylella alle gelate, fino al blocco per gli investimenti» aggiunge Muraglia. Quanto alla Xylella, al netto degli abbattimenti obbligati decisi ieri sera, continua ad essere una sorta di spada di Damocle che grava su produttori e lavoratori agricoli.
La cosiddetta 'sputacchina', comparsa per la prima volta nell’ottobre del 2013, ha già flagellato oltre il 40 per cento del territorio regionale. In cinque anni ha colpito 770mila ettari di uliveti pugliesi, con oltre 10 milioni di piante contagiate e danni che ormai hanno superato il miliardo di euro. Il diffondersi del batterio non sembra conoscere soste, tanto che per la prima volta ha infettato un ulivo nelle campagne tra Monopoli e Castellana Grotte posto sotto sequestro dalla Procura di Bari che poi ha concesso l’autorizzazione per l’incappucciamento dell’albero anche come forma di difesa e prevenzione anti insetto.
C’è una sorta di massima allerta per cercare di circoscrivere e magari debellare gli effetti devastanti della Xylella fastidiosa. I sindaci dei Comuni di Monopoli, Alberobello, Conversano, Locorotondo, Castellana Grotte, Noci, e Polignano hanno sottoscritto un documento per chiedere al Ministero per le politiche agricole e alla Regione Puglia «l’esecuzione delle misure di contenimento del vettore nei tempi e modi previsti dalla normativa su tutti i terreni di proprietà comunale ».