Si ricomincia, in pratica: senza tagli, ma ancora senza certezze scientifiche, ancora con la convinzione che sia la sola Xylella a far seccare gli ulivi salentini e ancora coi pesticidi. Il
ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina oggi ha incontrato a Bruxelles il
commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, per un «confronto operativo». Sono stati decisi «quattro assi d’intervento», ha raccontato Martina in una nota. Fermo restando – ha spiegato lo stesso Andriukaitis – che «per quanto riguarda la Corte europea di Giustizia (chiamata in causa la scorsa settimana dal Tar del Lazio, che ha duramente criticato le azioni chieste dall’Ue e messe in campo dall’Italia, ndr), si spera in un chiarimento rapido».
Tra i quattro interventi, spicca «l’attivazione operativa a livello nazionale del passaporto delle piante», ha raccontato il ministro, ma anche il «contrasto agli stadi giovanili dell’insetto vettore attraverso le lavorazioni meccaniche dei terreni in tutta la zona tampone, i trattamenti fitosanitari mirati contro gli stadi adulti sempre dell’insetto vettore, nel rispetto dei principi della difesa integrata, la potatura degli olivi e l’eliminazione di tutte le parti sintomatiche, l’eliminazione di tutte le piante ospiti spontanee presenti lungo le strade, fossi, canali, aree verdi, i controlli serrati sulla movimentazione delle piante specificate il monitoraggio a maglia nella zona tampone e nella zona di sorveglianza».
Nel frattempo
Daniele Errico, agronomo e componente della task force istituita dalla regione Puglia contro il disseccamento rapido degli ulivi salentini, spiega in questa videointervista come si sia avuto fin qui un approccio «non del tutto scientifico».
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