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Puglia. Xylella, la battaglia non è finita. Ora la sfida è la rigenerazione

Nicola Lavacca, Bari venerdì 5 novembre 2021

Ulivi colpiti dalla Xylella in Puglia

La battaglia alla Xylella continua e l’esito della sfida, in Puglia, non è affatto scontato. Il rischio che l’epidemia possa estendersi all’intera provincia di Bari non è infatti del tutto scongiurato, anche se per ora si tratta di pochi esemplari rispetto al flagello che si è compiuto nel Salento e in alcune aree del Brindisino e Tarantino. Tuttavia, l’attenzione resta altissima. L’attività di monitoraggio e le analisi molecolari sul campo svolte dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia proseguono a ritmo serrato, con l’obiettivo di stroncare sul nascere i focolai dell’infezione e di circoscrivere i suoi effetti devastanti.

Dall’inizio dell’anno ad oggi i campioni di piante analizzati nelle zone di contenimento e cuscinetto, fino all’agro di Canosa, secondo i dati del sito Emergenza Xylella della Regione, sono stati oltre 175mila di cui 81 sono risultati positivi e di conseguenza abbattuti. In totale sono stati eradicati 1.144 alberi nel raggio dei 50 metri previsti dal nuovo regolamento comunitario approvato il 14 agosto 2020. Interessati in particolare i territori di Monopoli, Alberobello, Locorotondo e Polignano. Sotto stretta osservazione la Piana degli ulivi monumentali che attraversa longitudinalmente i comuni di Carovigno, Fasano, Monopoli e Ostuni. Proprio ad Ostuni, nella zona infetta, a fine ottobre sono stati intercettati altri 86 alberi contagiati.

«L’azione di controllo e contenimento della Xylella fastidiosa in Puglia è costante e capillare – ha dichiarato l’assessore regionale all’agricoltura, Donato Pentassuglia –. Nella Piana degli ulivi secolari la nostra strategia prevede un’ulteriore azione di sorveglianza all’interno dell’area infetta che ci consente di rafforzare efficacemente le attività di tutela e salvaguardia di un patrimonio dal valore storico e paesaggistico inestimabile». Una strategia che si sviluppa su tre direttrici: individuare le piante contagiate, abbatterle e delimitare l’area. «È anche grazie al grande sacrificio degli agricoltori che possiamo sperare di salvare i due milioni di ulivi presenti ad Ostuni e, più in generale, i sei milioni di ulivi presenti nella Piana oltre a evitare l’espansione della Xylella più a nord della zona cuscinetto».

Tuttavia, il presidente della Coldiretti Puglia, Savino Muraglia chiede interventi più drastici. «Il sistema dei monitoraggi e i campionamenti andrebbero potenziati, anche perché la lotta all’insetto vettore sputacchina viene in gran parte trascurata per il mancato rispetto delle buone pratiche». Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa in Salento nel 2013, la produzione di olio ha subito un trend negativo che rischia di diventare irreversibile, con una diminuzione dell’80 per cento in provincia di Lecce. «A otto anni dalla prima segnalazione dell’infezione (ottobre 2013 a Gallipoli, ndr), la Xylella si è propagata velocemente colpendo circa 150mila ettari nelle province di Lecce, Brindisi e parte del Tarantino – ha affermato Luca Lazzàro, presidente di Confragricoltura Puglia durante il primo Tavolo di progettazione agroambientale del Salento –. Finora si sono persi 33mila posti di lavoro, colpendo soprattutto i braccianti».

La desertificazione che ha stravolto gran parte del territorio agricolo pugliese, in particolare il Salento, ancora oggi è un pugno nello stomaco. Diventa fondamentale progettare un piano globale di interventi per recuperare e rigenerare l’area contaminata dalla Xylella fastidiosa. Finora solo il 4 per cento degli ettari sono stati reimpiantati con ulivi di specie resistenti dopo che il batterio killer ha lasciato senza linfa vitale oltre 21 milioni di piante in 8 anni nel Salento. Sono 386mila gli ulivi resistenti impiantati, con 3.400 ettari interessati dalla rigenerazione. A parere della Coldiretti Puglia si tratta di numeri troppo bassi che impongono una visione condivisa per accelerare la ricostruzione e superare gli ostacoli burocratici e i vincoli paesaggistici. Servono altri 700 milioni di euro (oltre ai 44 milioni già destinati) per dare piena attuazione al Piano di rigenerazione olivicola e garantire gli indennizzi agli agricoltori. L’assessorato all’agricoltura della Regione Puglia ha già avviato contati con i ministeri competenti, nell’ottica di liberalizzare tutte le pratiche agronomiche e diversificare le filiere agroalimentari del Salento.