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Droghe. Gatti: l'emergenza Fentanyl è un segnale di pericolo, Europa nuovo mercato

Viviana Daloiso giovedì 15 febbraio 2024

Riccardo Gatti

I documenti sono riservati, come riservato resta per ora il motivo per cui l’allerta sui furti di fentanili è aumentata in modo così drastico. «Quello che possiamo immaginare, ma non ho elementi oggettivi per dirlo visto che di questa circolare mi informa il vostro quotidiano, sono due cose: la prima, che furti di fentanili si siano verificati in grandi quantità negli ospedali; la seconda, e forse la più seria, che la circolazione di fentanili stia aumentando e che ospedali e aziende sanitarie locali debbano essere preparate, più preparate di prima, a curare persone che stanno male per aver assunto fentanili». Riccardo Gatti, tra i massimi esperti di dipendenze nel Paese, medico, specialista in psichiatria e coordinatore del Tavolo regionale della Lombardia proprio sulle dipendenze, legge la circolare diffusa dal ministero della Salute con preoccupazione.

Perché?

Preso come fatto in sé, lo ripeto, il messaggio delle autorità sanitarie è semplice: occhio ai furti. E occhio alla possibilità, complici i furti e la circolazione della sostanza tagliata con altre droghe, che in ospedale arrivino più casi di overdose. Ma inserito nel quadro generale di ciò che sta avvenendo a livello internazionale, unendo i puntini dei dati e degli allarmi lanciati negli ultimi mesi, siamo davanti a un segnale.

A che puntini si riferisce?

Alla confluenza di interessi sul commercio del fentanyl in Europa , documentata da diverse attività investigative ormai, tra i cartelli sudamericani, quelli asiatici, la mafia irlandese e la nostra ‘ndrangheta. Contatti su cui ha puntato i riflettori anche la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, dopo aver incontrato, a Bruxelles lo scorso ottobre i ministri dell’Interno di 14 Paesi dell’America Latina. E poi all’allarme dell’Onu sul divieto di produzione di oppio che i taleban hanno imposto in Afghanistan, ciò che di fatto sta facendo scomparire l’eroina dai mercati del Pianeta costringendo i trafficanti a puntare sulle droghe sintetiche. La sensazione è che tutto sia pronto perché il fentanyl sbarchi ufficialmente anche nel Vecchio Continente, come finora non è davvero accaduto.

E perché i furti di farmaci negli ospedali dovrebbero preoccuparci?

Perché iniziare a far circolare i fentanili nel Paese, tagliandoli con altre sostanze, significa preparare il mercato, far aumentare la richiesta. E poi, banalmente se vuole, perché se il fentanyl circola e viene tagliato con altre sostanze senza che chi le acquista ne sia al corrente, come avviene nella stragrande maggioranza dei casi di chi acquista sul mercato low cost sostanze oggi, il fentanyl ammazza.

Siamo innanzi a una sostanza il cui costo è in effetti molto basso rispetto alla cocaina, è così?

È così. E siamo, dalla pandemia in avanti, di fronte a un cambiamento radicale del mercato della droga, sia dal punto di vista dello spaccio che del consumo. La tendenza, per farla semplice, è quella che abbiamo osservato nel campo della moda: da un lato il lusso, con brand costosissimi e merce di altissima qualità, dall’altro l’outlet, con brand sconosciuti e merce di bassa qualità. Con la differenza che ciò che è a basso costo e bassa qualità sul mercato della droga, e che cioè viene mescolato in maniera spesso incontrollata, ha una potenza altissima: è proprio il caso del fentanyl, tagliato ormai con eroina, cocaina, metanfetamine, sempre più spesso anche con la xilazina, che è un anestetico veterinario in grado di allungarne gli effetti. E che non essendo un oppioide non risponde al naloxone, cioè a quell’antidoto di cui si parla nella circolare del ministero.

Possiamo parlare di un allarme allora?

Sostengo da sempre che gli allarmi sulla droga non servono a niente. Serve monitorare la situazione, avere il polso di quel che sta accadendo e delle sostanze che circolano. E poi serve stare vicino alla persone, per evitare che si ammazzino. L’Italia per fortuna vanta ancora un sistema dei servizi e di riduzione del danno che tiene, nonostante i tagli operati nel corso degli anni. Dobbiamo augurarci che l’ondata del fentanyl non ci travolga.